Politica

"La scuola è un potente anti-virus": Mattarella inaugura l'anno scolastico elogiando l'impegno dei giovani per il vaccino

Sergio Mattarella mentre visita l'Istituto nautico  a Pizzo Calabro
Sergio Mattarella mentre visita l'Istituto nautico  a Pizzo Calabro (ansa)
Il Presidente parla dall'istituto tecnico nautico di Pizzo Calabro: "E' fondamentale per la ripartenza. Mai più chiusure. La pandemia ha lasciato tracce nei ragazzi"
2 minuti di lettura

"Il mondo della scuola si è dimostrato un potente anti virus", dice il presidente Sergio Mattarella inaugurando, dall'Istituto tecnico nautico di Pizzo Calabro (Vibo Valentia), l'anno scolastico. "Ne è testimonianza il dato del 93 per cento di vaccinati tra il personale docente e non docente. Quello che è un obiettivo per l'intera società la scuola lo ha già raggiunto. E vuole andare più avanti, per la sicurezza di tutti. Ancor più doverosa nei luoghi dei bambini e dei ragazzi".

Covid, il Presidente Sergio Mattarella: "Grazie ai vaccini la scuola non chiude più"

Il Presidente quest'anno ha scelto la Calabria per la tradizionale cerimonia, "Tutti a scuola", una festa vera e propria trasmessa in diretta su Rai Uno (conduttori Flavio Insinna e Andrea Delogu), a cui hanno partecipato molti campioni olimpionici e paraolimpici: Marcell Jacobs, Vincenza Petrilli, Stefano Raimondi, Giulia Terzi; il calciatore degli Azzurri Leonardo Spinazzola, campione d'Europa a Londra; tra gli artisti c'erano Massimo Ranieri e il coro dello Zecchino d'oro.

Mattarella ha elogiato la disponibilità dei giovani a vaccinarsi: "Numeri che speriamo diventino sempre più grandi. Non di rado in famiglia sono stati proprio loro a spiegare le buone ragioni dell'immunizzazione, a rompere gli indugi e a fare per primi il vaccino, anche quando i genitori tentennavano. Volevano uscire da casa i ragazzi, tornare con gli amici e così hanno aiutato tutta la società".

Accompagnato dal ministro all'Istruzione Patrizio Bianchi, Mattarella è tornato a criticare chi invece si sta sottraendo ai vaccini, facendo prevalere "una visione regressiva".

Per il capo dello Stato la ripartenza della scuola, finalmente in presenza, "è il segno più evidente della ripartenza dell'Italia". La scuola è ossigeno per la società. "Il suo funzionamento è specchio di quello del Paese".

Gli investimenti fatti in queste settimane per consentire l'apertura - assunzioni di insegnanti e di personale, adeguamento delle aule, interventi strutturali e organizzativi - sono stati definiti doverosi. Ma non bastano. "Dovranno assumere continuità e prospettiva strategica con il Piano nazionale di resilienza e ripartenza" per completare la modernizzazione, perché "la scuola è un capitolo centrale in un Piano di ripartenza. Le conoscenze e la cultura delle giovani generazioni costituiscono il volano migliore per il domani di tutti noi".

Secondo Mattarella la pandemia il mondo della scuola è stato un esempio di passione civile e di solidarietà". Il Presidente non dà un giudizio del tutto negativo della Dad, "nel senso che ha contribuito, pur nella sua inevitabile completezza, a incrementare e conoscenze, far crescere l'alfabetizzazione informatica nelle famiglie. E la società ha bisogno di crescere nelle conoscenze digitali".

Tuttavia la Dad "ha evidenziato anche i divari di sviluppo tra le diverse aree del Paese. In alcuni territori la rete non arriva o arriva male. Con le risorse europee va corretta "questa inaccettabile realtà".

Col Covid la scuola è stata la prima a dover chiudere le sue porte, questo non deve più accadere, anche perché "abbandoni scolastici e impoverimento educativo, soprattutto nelle aree sociali già svantaggiate, si sono aggravati e rappresentano indubbiamente una pesante eredità di questa stagione. La condizione di solitudine sperimentata da tanti ragazzi ha lasciato talvolta delle tracce: vanno cancellate recuperando il valore della vita sociale, a scuola e altrove".

Quando ha detto che la scuola è un anti virus, è partito un applauso da parte di tutti i presenti. C'è poi un elogio degli insegnanti, per l'impegno dimostrato in una situazione eccezionale. Molti hanno contenuto "con ingegnosità e determinazione", l'abbandono e il disimpegno di molti ragazzi, rincorrendo gli assenti. Hanno costruito collegamenti spesso grazie alla generosa collaborazione dei loro compagni di classe, che talvolta hanno da collettori di computer non più utilizzati, che li hanno mandati a riparare, per poi donarli a chi non ne aveva".

La scuola deve far emergere i talenti del futuro. Devono esserci perciò uguali opportunità. E la condizione "consiste nel rendere aperto a tutti l'accesso effettivo all'istruzione e alla cultura, per permettere che emergano talenti che altrimenti resterebbero inespressi. Così è scritto nella nostra Costituzione".

I commenti dei lettori