Perché «Da grande» e Alessandro Cattelan meritano fiducia

Dopo 10 anni a Sky, Il 19 settembre Alessandro Cattelan è sbarcato per la prima volta su Raiuno con lo show «Da grande». Ecco com'è andata e perché merita la nostra fiducia
Perch «Da grande» e Alessandro Cattelan meritano fiducia

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Un po' di fiducia nel pubblico, però, dovremmo pure averla. Così come nei conduttori che, come Cattelan, giocano con le citazioni di Martin Scorsese (nella clip introduttiva di Da grande, Conti assume per un attimo il ruolo che fu di Matthew McConaughey in quel capolavoro che era The Wolf of Wall Street), mischiano i quiz più popolari creando degli spin-off come «I soliti pacchi», e mettono in piedi un numero musical sulle note di «Alessandro, questa è la Rai». Da grande, che è stato accolto ancora prima di andare in onda con l'entusiasmo forsennato di chi non vedeva l'ora che la Rai si «svecchiasse» e con lo scetticismo di chi era convinto a prescindere che la Rai non fosse cosa per Cattelan, cullato per dieci anni da una bolla rassicurante e protetta come quella di Sky, ha messo su tanta carne al fuoco: i medley, i monologhi, i tributi, i travestimenti, le gag, le interviste al tavolo e, addirittura, le lezioni di guida.

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Qualcosa ha funzionato meglio (come la gag con Antonella Clerici e il tributo di Elodie a Raffaella Carrà), qualcosa ha funzionato meno (come i travestimenti delle boy band insieme al Volo), ma non si può certo negare che la Rai abbia sperimentato e che Cattalan sia un professionista. Qualcuno ha scritto che Da grande è una sorta di EPCC - E poi c'è Cattelan, il late show che Cattelan ha costruito su Sky Uno a modello dei suoi idoli Letterman, Fallon e Kimmel, di due ore e mezza, e forse ha ragione: si tratta di uno spettacolo molto scritto, in parte paralizzato dall'ansia del debutto (chi non l'avrebbe?), ma capace di sciogliersi nei momenti più liberi e improvvisati. Come quello in cui Antonella Clerici che, nello studio contiguo di È sempre mezzogiorno, ha spalmato il sugo sulle guance di Cattelan «perché su Raiuno ti devi sporcare di sugo» e lui ha esclamato «ca**o» perché il sugo era bollente: è stato forse l'attimo in cui conduttore si è lasciato più andare in una serata che, tra Mengoni, Argentero, Bonolis, Conti e Blanco, ha cercato di accontentare un po' tutti, soprattutto i Millennial che seguono Cattelan su Instagram e che non bazzicano troppo spesso su Raiuno. La sfida, in fondo, era questa: cercare di fare qualcosa di diverso per un pubblico che, nel 2021, potrebbe per una volta allentare la briglia e fidarsi di chi c'è dall'altra parte. Ricordiamocene la prossima volta che leggeremo «sempre gli stessi nomi, sempre la stessa solfa, che barba, che noia».

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