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MONDO

Una "scelta per la sicurezza"

A Kabul le donne non tornano al lavoro. Il sindaco: "State a casa"

L'invito “fino a quando la situazione sarà normalizzata”. Intanto è partito un altro volo umanitario per portare via afgani e stranieri fuori dal paese

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I talebani "hanno ritenuto necessario impedire alle donne di lavorare per un po'", ha spiegato il nuovo sindaco della capitale Kabul, Hamdullah Nomany. "Per le posizioni che gli uomini possono ricoprire, abbiamo detto alle donne di rimanere a casa fino a quando la situazione non sarà normalizzata. I loro stipendi saranno pagati".

Con queste parole le dipendenti pubbliche oggi sono state invitate a non andare al lavoro a Kabul, in quella che appare come l'ennesima discriminazione di genere dei talebani, velata da misure di sicurezza. A Kabul un terzo dei 3mila impiegati comunali sono donne.

Eccezioni per le donne che non possono essere sostituite dagli uomini
Il sindaco di Kabul, nella sua prima conferenza stampa da quando è stato nominato dai talebani, ha spiegato che sono state fatte eccezioni per le donne che non possono essere sostituite dagli uomini, comprese alcune impiegate nei dipartimenti di progettazione e ingegneria e le inservienti dei bagni pubblici per le donne. Il sindaco non ha specificato quante dipendenti donne sono state costrette a rimanere a casa.

Donne: no al “Ministero per la Diffusione della virtù e la prevenzione del vizio”
Sempre oggi una  decina di donne ha manifestato a Kabul davanti a quello che era il ministero per gli Affari femminili, per protestare contro la decisione del governo dei talebani di trasformarlo in “Ministero per la Diffusione della virtù e la prevenzione del vizio”, e rivendicare il loro diritto al lavoro e all'istruzione. "Una società in cui le donne non sono attive è una società morta", recitava uno dei cartelli esposti durante la protesta riportata dalle emittenti locali. Ieri, intanto hanno riaperto le scuole secondarie. Anche in questo caso solo per studenti ed insegnanti maschi.
 
Volo umanitario
Partito oggi  il quarto volo charter che porta via civili dall'Afghanistan,  da quando il 31 agosto sono andate via le ultime truppe statunitensi. L'aereo, un Boeing 777 del Qatar, è decollato alla volta di Doha con 236 passeggeri a bordo, tra i quali afghani, americani ed europei. Secondo il viceministro degli esteri del Qatar Lolwah Rashid Al Khater, a bordo ci sono anche cittadini italiani, e persone di Germania, Belgio, Irlanda, Canada, Francia, Gran Bretagna, Finlandia e Paesi Bassi.

Attentati
In questo clima un camion con a bordo combattenti talebani è stato fatto esplodere a Jalalabad, nell'est dell'Afghanistan vicino al confine con il Pakistan. Secondo i media locali, molte persone che erano a bordo sono stati trasportate in ospedale. Non ci sono dettagli della dinamica, né si ha un quadro preciso delle vittime. Ieri un triplo attentato nella stessa zona contro i Talebani ha ucciso almeno due persone e ne ha ferite altre 19. Gli attentati, finora non rivendicati, sono i primi da quando gli americani hanno lasciato il Paese. Nella zona di Jalalabad è attivo l'Isis-K, rivale dei Talebani, che ha rivendicato il sanguinoso attentato all'aeroporto di Kabul che il 26 agosto fece oltre 100 morti.