Blanco: «Niente etichette, io sto bene così»

Dopo il grande successo di quest'estate con «Mi fai impazzire» con Sfera Ebbasta, Blanco è senza dubbio il musicista del momento. Lo abbiamo incontrato per l'uscita del suo primo disco, «Blu Celeste»
Blanco il primo album è Blu Celeste «Niente etichette io sto bene così»

È diventato maggiorenne da pochi mesi Riccardo Fabbriconi in arte Blanco,** **ma dalla mole di musica prodotta, dalle collaborazioni, dai dischi di platino e dalla popolarità raggiunta, sembra un artista già più che scafato. C'è, però, qualcosa in più da aggiungere e che forse rappresenta il dato più significativo: questo ragazzo bresciano è andato oltre, scompaginando tangibilmente la musica italiana. Sebbene sia stato subito definito «trapper», è riuscito a scartare quest'ingombrante etichetta che gli era stata affibbiata un po' troppo frettolosamente. La sua attitudine punk riscontrata spesso nel suo cantato "urlato", l'estetica che mette nei video e la carica emotiva che viene fuori dai suoi testi, fanno di Blanco un personaggio inedito. Nelle sue canzoni è spesso presente un che di decadente, un sentimento triste che accompagna i testi e l’interpretazione. Siamo forse di fronte alla fase del «post trap» italiano che sembra accostarsi molto al cantautorato. Ha affermato di essersi avvicinato alla scrittura quasi per caso, dedicando il suo primo brano ad una ragazza, mostrando un talento innato e spontaneo per la musica e soprattutto per la scrittura. Blanco ha esordito nel giugno del 2020 con Belladonna (adieu), a cui è seguito Notti in Bianco, e Ladro di Fiori. Poi è stata la volta della fortunatissima collaborazione con Mace e Salmo ne La Canzone Nostra. A febbraio 2021 esce Paraocchi (certificato disco di Platino) e la collaborazione con Madame nel brano Tutti Muoiono, per poi arrivare alla sua storia più recente al singolo Mi fai impazzire con Sfera Ebbasta, una delle canzoni più ascoltare (e cantate) dai giovani e meno giovani italiani la scorsa estate. Ora siamo al disco d'esordio, Blu Celeste. Lo abbiamo ascoltato in anteprima e conferma quello detto in precedenza; 12 tracce, un diario in musica dove Blanco narra e canta il suo romanticismo selvaggio, a volte delicato, a volte irruento.

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Si sarebbe mai aspettato questo successo estivo?**«**No assolutamente, è stato tutto molto inaspettato. Tenga presente che poi Notti in bianco (che con Mi fai impazzire è stato il grande successo estivo) è uscita un'anno fa, quindi se ci penso la cosa mi pare assolutamente assurda»

Le sue origini?«Sono nato a Brescia e cresciuto a Calvagese della Riviera».

È affezionato al suo paese?«Moltissimo. Da piccolo subivo la noia di vivere in un piccolo paesino di provincia (3000 abitanti) per poi rendermi conto che è stata questa stessa noia a darmi la spinta a impiegare il tempo in qualcosa che mi piaceva, che mi faceva stare bene. Crescere e vivere in un paese un pò fuori dal mondo - oltre alla pace che per me ora è fondamentale - ti tiene con i piedi per terra, tutti ti conoscono per per quello che sei sempre stato ed è bellissimo».

Quali sono le sue influenze? I suoi punti di riferimento musicali? «Spazio molto tra gli ascolti. Ma a ispirarmi di più sono stati i grandi cantautori del passato: Battato, Battisti, Celentano, Lucio Dalla, Gino Paoli per citarne alcuni. Artisti che hanno scritto canzoni immortali, che possono essere apprezzate da tutte le generazioni».

Come sta vivendo questo momento di successo?«Nella maniera più leggera, veramente super easy. Continuo a vivere nel mio paese e a frequentare i miei quattro amici. Sto benissimo e va bene così. Mi rendo conto di tutto quello che sta succedendo dai miei profili social, ma la sto vivendo in maniera molto tranquilla, sul serio».

Qual è il brano che ha composto a cui è più affezionato?**«**Sicuramente Blue Celeste che poi è diventato la title track dell'album».

L'hanno etichettata, secondo me in modo piuttosto erroneo, come rapper o trapper. Per me, invece, è più un cantautore. Chi pensa di essere musicalmente Blanco?**«**Non mi piace quando si cerca di darmi delle etichette. Quello che mi interessa veramente è fare musica. Che questa sia rock, pop, punk per me è sempre musica e conta solo questo. La gente tende a mettere nei cassetti e dare le etichette, invece la musica andrebbe solo ed esclusivamente ascoltata senza dare troppe definizioni. Poi sinceramente non mi hanno mai interessato le definizioni che la stampa mi ha dato. Trapper, rapper o altro per me fa lo stesso».

Anche la sua estetica è piuttosto lontana dall'immagine dura e aggressiva del trapper di periferia. Il suo personaggio sui social o nei video appare molto diverso. Le sue foto sembrano uscire dall'immaginario di fotografi come Nan Goldin o Larry Clark. Patinate ma artistiche.**«**In realtà io e le persone che lavorano con me non abbiamo mai pensato di creare un'immagine patinata. Cerchiamo con le foto e i video di esprimere al meglio quello che è la mia personalità. Non sono mai uscito dal mio standard. Fare un video in giacca e la cravatta non sarebbe stata una cosa fattibile, non sono io. Un giorno magari lo farò, ma solo se lo vorrò fare io. Per adesso mi diverto molto a fare questo tipo di shooting. Ogni video è una sofferenza più fisica (ride) che mentale, ma è bellissimo».

Perché la scelta di apparire spesso a torso nudo e in mutande?**«**Per la ragione che le ho appena spiegato. Non è stata assolutamente una scelta strutturale. Io vado spesso in giro in mutande in casa perchè questo sono io».

È stato definito «il volto di qualcosa di nuovo, più punk, emotivo e diretto di chi l'ha preceduto».**«**Sulle definizioni preferisco sempre non esprimermi. Ho sempre paura di passare per arrogante. Mi piace quando mi dicono che sono una persona diretta, questa è una definizione che mi è sempre piaciuta e che rispecchia il mio carattere».

È appena diventato maggiorenne, e a prescindere della giovane età ha già prodotto tanta musica. Si sente forse il capostipite di una nuova generazione musicale italiana?**«**Guardi non vorrei essere l'esempio di nessuno. Quello che mi interessa è fare musica. Mi fa enormemente piacere avere tanta gente che apprezza il mio lavoro, ma non punto certo a essere un capostipite di qualcosa. Io seguo il mio istinto musicale e se un giorno nascerà l'era Blanco ne sarò molto felice. Per adesso siamo ancora nell'era Vasco che per me è ancora il re indiscusso della musica italiana».

Dove vuole arrivare Blanco?**«**Ho obiettivi, ma non aspettative che per me è importantissimo. Voglio continuare a fare tanta musica senza avere grandi aspettative di successo. Spero di continuare a fare questo mestiere mettendo davanti principalmente la passione che ho da quando ho iniziato. Spero di non perderla mai».

Come ha vissuto il periodo del lockdown?**«**È stato sicuramente un periodo molto brutto e pesante. Ritrovarsi chiusi in casa per sei mesi è stato un sbalzo da andare fuori di testa che ha colpito soprattutto noi giovani. Per me è stato importante fare musica. Sono riuscito a incanalare la mia positività in questo».

Appena si potrà andrà in tour?**«**Certo, e spero che questo avvenga il più presto possibile. Ma sto aspettando un momento in cui non sarà obbligatorio stare seduti. Per il mio concerto mi piacerebbe che il pubblico possa ballare, sudare, pogare».