Google e Apple cancellano il “voto intelligente” di Navalnyj
Messe sotto pressione dalle autorità russe, le due compagnie americane accettano di rimuovere dagli stores online il progetto “Smart Voting” del lader dell’opposizione
di Antonella Scott
2' di lettura
Il giro di vite che ha segnato la marcia di avvicinamento alle elezioni parlamentari russe è proseguito ieri, nella prima delle tre giornate di un voto a cui gli oppositori che si riconoscono nel movimento di Aleksej Navalnyj cercano a tutti i costi di partecipare.
Non possono farlo in modo diretto: dal momento in cui la rete politica del leader dell’opposizione, rinchiuso in carcere da gennaio, è stata dichiarata fuorilegge in giugno, candidarsi o fare propaganda nel nome di Navalnyj è diventato impossibile. In seguito però il cerchio si è stretto anche attorno allo “Smart Voting”, il meccanismo che per ogni circoscrizione elettorale raccomanda il nome - tra quelli in corsa per i partiti dell’opposizione accettata - con le maggiori possibilità di battere il candidato del partito del potere, Russia Unita. In modo da non disperdere i voti di protesta.
Una battaglia di rimessa, contrastata però da quello che Ivan Zhdanov - uno dei più stretti collaboratori di Navalnyj - ha definito «un atto vergognoso di censura politica»: all’apertura delle urne, l’app del sistema scaricata sui telefonini è stata rimossa da Google e Apple, inaccessibile insieme alle sue raccomandazioni all’interno della Federazione Russa.
Un esempio pratico dell’ambiente sempre più rigido in cui si muove l’internet russo: alla vigilia del voto anche il sito web e il canale Telegram del sistema “Smart Voting” erano finiti sotto attacco; mentre i rappresentanti di Apple e Google sarebbero stati avvertiti dalle autorità che la mancata cancellazione dell’app dagli stores online avrebbe comportato sanzioni e procedimenti penali contro i dipendenti russi dei due colossi hi-tech, che sarebbero stati accusati di interferenza nel processo elettorale russo. Dell’avvertimento è stato messo a parte anche John Sullivan, l’ambasciatore degli Stati Uniti a Mosca, convocato al ministero degli Esteri.
«È una vergogna - ha dichiarato la portavoce di Navalnyj, Kira Jarmysh - che nel confronto tra gente onesta e un regime corrotto, queste compagnie abbiano fatto il gioco di quest’ultimo».
Di opinione opposta Dmitrij Peskov, portavoce di Vladimir Putin: le due compagnie russe, ha spiegato, «hanno seguito lo spirito e la lettera della legge russa».
Se la determinazione del Cremlino a dettare le regole del gioco non lascia dubbi sulla vittoria di Russia Unita, è possibile che il conteggio dei voti non soddisfi in pieno le aspettative, data la crisi di popolarità del partito. Che potrebbe tradursi in un’affluenza ridotta, da confrontare con la partecipazione al voto del 2016, pari al 48% degli aventi diritto. Certificata, per ora, la partecipazione di Putin: in isolamento causa Covid, il presidente russo ha votato per la prima volta online.
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