La Francia ha deciso di richiamare i suoi ambasciatori negli Stati Uniti e in Australia per «immediate consultazioni» dopo che l'Australia ha raggiunto un accordo con gli Stati Uniti e la Gran Bretagna e ha cancellato il precedente che prevedeva l'acquisto di sottomarini di progettazione francese.

Il ministro degli Esteri Jean-Yves Le Drian ha dichiarato in una nota che la rara decisione presa dal presidente Emmanuel Macron è derivata della gravità dell'evento. E' la prima volta che Parigi richiama il proprio ambasciatore negli Stati Uniti. Il richiamo è altamente inusuale tra Paesi alleati. Nel 2019, Parigi ha richiamato l'inviato in Italia dopo critiche al governo francese, mentre l'anno scorso lo ha fatto con la Turchia dopo che il presidente Recep Tayyip Erdogan aveva detto che Macron avrebbe avuto bisogno di cure mentali. Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti e la Casa Bianca non hanno risposto alle richieste di commento.

L'Australia ha dichiarato che avrebbe annullato l'accordo da 56 miliardi di euro con il gruppo navale francese per costruire una flotta di 12 sottomarini convenzionali e avrebbe invece costruito almeno otto sottomarini a propulsione nucleare con tecnologia statunitense e britannica dopo aver stretto una partnership di sicurezza trilaterale.

Le Drian ha descritto la decisione come una pugnalata alle spalle. Il primo ministro australiano Scott Morrison ha riconosciuto il danno ai rapporti fra Australia e Francia, ma ha insistito di aver detto al presidente francese Emmanuel Macron a giugno che l'Australia aveva rivisto il suo pensiero sull'accordo. «L'ho detto molto chiaramente, abbiamo cenato a lungo lì a Parigi, sulle nostre preoccupazioni molto significative sulle capacità dei sottomarini convenzionali di affrontare il nuovo ambiente strategico in cui ci troviamo di fronte», ha detto Morrison a 5aaRadio. «Ho detto molto chiaramente che questa era una questione sulla quale l'Australia avrebbe dovuto prendere una decisione nel nostro interesse nazionale», ha detto.

I legami tesi tra Australia e Francia arrivano quando gli Stati Uniti e i suoi alleati cercano ulteriore sostegno in Asia e nel Pacifico, spinti dalle preoccupazioni per la crescente influenza di una Cina più assertiva.

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