Perché «Star in the Star» non ha colpe

«Star in the Star», il nuovo programma di Canale 5 condotto da Ilary Blasi, è stato travolto dalle polemiche per essere troppo simile ad altri programmi concorrenti come «Tale e Quale Show» e «Il cantante mascherato»: ma siamo davvero sicuri che anche loro non siano «ispirati» a qualcun altro?
Perch «Star in the Star» non ha colpe

In televisione, come diceva Einstein, nulla si crea e nulla si distrugge. Piuttosto si evolve, si aggiorna, e si cerca il modo migliore di vestire un'idea vecchia affinché risulti nuova e accattivante. Star in the Star, il nuovo programma di Canale 5 prodotto in collaborazione con Banijay Italia, non ha fatto eccezione: il programma, basato su un format tedesco che è stato acquistato a livello internazionale solo dall'Italia, vede 10 concorrenti vip dietro la maschera di un cantante famoso che si sforzano di celare la propria identità. A cercare di smascherarli è una giuria, composta da Claudio Amendola, Marcella Bella e Andrea Pucci, che dovrà affidarsi all'ingegno e a un pizzico di fortuna. La formula vi ricorda qualcosa? Diremmo di sì.

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Ancora prima di andare in onda, era chiaro che il meccanismo di Star in the Star fosse molo vicino a quello de Il cantante mascherato, andato in onda per due stagioni su Raiuno, e a quello di Tale e Quale Show, la cui nuova edizione debutta oggi, 17 settembre, a meno di 24 ore dall'inizio dell'avventura di Star in the Star. Qualcuno ha parlato di plagio, di una necessaria battaglia legale che la Rai dovrebbe intraprendere contro il Biscione sulla falsa riga di quella, vinta da Milly Carlucci, dieci anni fa contro Baila, il programma condotto da Barbara D'Urso andato in onda solo per quattro puntate anche per via della somiglianza con Ballando con le Stelle. Il segreto inconfessabile, però, è un altro: non è tanto Star in the Star ad aver copiato i rivali Rai, quanto i rivali Rai ad aver copiato a loro volta altri programmi similissimi nell'impostazione e nella struttura.

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Tale e Quale Show, per esempio, è la versione aggiornata di Re per una notte, cui si sono ispirati negli anni anche Sei un mito e Momenti di gloria: tutti programmi di cui molti non hanno memoria ma che, se rivedessimo oggi, ci farebbero gridare alla copiatura. Questo serve a spiegare che Star in the Star, che alla prima puntata ha brillato soprattutto grazie alla conduzione scoppiettante di Ilary Blasi, vero valore aggiunto del programma, ha tutte le carte in regola per andare in onda. Il problema è un altro: aver scelto di trasmetterlo nello stesso periodo di trasmissione di Tale e Quale, per giunta a un giorno di distanza. Forse si poteva aspettare gennaio o la primavera, anche per offrire al pubblico un'offerta più varia. Forse, anziché bruciarsi subito uno dei (pochissimi) nuovi titoli sui quali Mediaset ha scelto di puntare, avrebbe avuto senso prendersi del tempo per evitare il sovraccarico. Se Star in the Star ha una «colpa» forse è questa ma, per favore, non parliamo di plagio a sproposito.

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