Cancro ovarico: cos'è e cosa c'è (ancora) da sapere

Settembre è il mese della consapevolezza del cancro ovarico: è tempo di migliorare la comprensione della malattia per salvare delle vite
Cancro ovarico cos'è e cosa c'è  da sapere

Ogni anno, a milioni di donne in tutto mondo, viene diagnosticato il cancro alle ovaie. Si tratta di una delle forme di tumore più diffusa nel genere femminile, e la quinta causa di morte correlata al cancro tra le donne.

Poiché i primi sintomi del cancro ovarico possono essere vaghi, e non esiste ancora un test di screening, quasi l'80% dei nuovi casi è già in fase avanzata al momento della diagnosi. La sensibilizzazione sulla malattia allora diventa essenziale per combatterla. Ecco perché settembre è stato proclamato il mese della consapevolezza del cancro ovarico.

Ogni anno, in questo periodo, abbiamo un'opportunità cruciale per onorare coloro che hanno o hanno avuto la malattia, spargere la voce ed educare il pubblico in modo che sempre più persone siano a conoscenza di questa particolare forma di cancro che ogni anno uccide circa 200 mila donne al mondo.

Il cancro ovario è un tumore che inizia nelle ovaie o nelle aree correlate delle tube di Falloppio o del peritoneo. Come tutte le forme di cancro, anche quello alle ovaie è una malattia in cui le cellule anormali del corpo crescono senza controllo. In questo caso, esistono tre tipi comuni di cellule che causano la crescita dei tumori del cancro ovarico: le cellule epiteliali (cellule che coprono il rivestimento esterno dell'utero), cellule germinali (cellule che diventeranno uova) e cellule stromali (cellule che rilasciano ormoni e collegano il strutture delle ovaie). Come rivelano alcune ricerche scientifiche, il 90% dei tumori alle ovaie ha origine proprio dalle cellule epiteliali.

Questo cancro può svilupparsi in qualsiasi momento nella vita di una persona di sesso femminile, ma è assai più comune nelle donne anziane. Secondo l'American Cancer Society (ACS), almeno il 50% di tutti i tumori ovarici si riscontra in donne di età pari o superiore a 63 anni.

Altri fattori di rischio sono l’obesità e geni ereditati, specialmente il gene del cancro al seno 1 (BRCA1)e il gene del cancro al seno 2 (BRCA2), familiarità e pregresse malattie. È poi stato dimostrato che anche le terapie ormonali, come ad esempio la pillola contraccettiva, o trattamenti di fertilità sono collegati a un aumento del rischio di tumore ovarico.

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Ma quante sono le donne che soffrono di cancro alle ovaie? L’ACS ha stimano in negli Stati Uniti, nel 2020, ci sono state oltre 23 mila diagnosi di cancro ovarico e oltre 15mila donne sono morte a causa di questa malattia. In Italia, invece, secondo i dati presentati nel report “I Numeri del Cancro in Italia, 2020”, a cura dell’Associazione italiana registri tumori (AIRTUM), il tumore dell'ovaio colpisce circa 5.200 donne ogni anno. Più in generale, in tutto il mondo, ci sono quasi 600.000 donne che convivono con una diagnosi di cancro ovarico.

Il report “Global Cancer Statistics 2020”, prodotto in collaborazione dall’American Cancer Society (ACS) e la International Agency for Research on Cancer (IARC), mostra che a livello globale il tumore ovarico rappresenta il 3,4% circa di tutti i tumori femminili, con un’incidenza maggiore nei Paesi a reddito alto e molto alto (7,1%) rispetto ai Paesi a reddito medio e basso (5,8%).

Tuttavia, lo studio condotto dal Global Cancer Observatory dell'OMS prevede che entro il 2035 ci sarà un aumento mondiale dell'incidenza del 55% e un aumento dei decessi del 67% (si parla di circa 250 mila vittime all’anno).

Nonostante il cancro ovarico sia un tumore piuttosto raro (colpisce infatti una donna su 82, contro una su 8 nel caso del cancro della mammella), è anche uno dei più mortali. Secondo l’ AIRTUM, il tasso di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è pari al 40% (a fronte dell’87% per le donne colpite da tumore al seno).

Questo accade perché il cancro ovarico può essere molto difficile da rilevare e diagnosticare. Da qui il soprannome di killer silenzioso. Molti dei suoi sintomi sono infatti simili a quelli causati da problemi molto meno gravi, come l'indigestione e il gonfiore, e spesso non ci sono campanelli d’allarme in grado di guidare la paziente nella scoperta della malattia.

Al momento, inoltre, non esistono programmi di screening scientificamente affidabili per la diagnosi precoce del tumore dell’ovaio. I controlli ginecologici standard (come l’esame della pelvi, Pap test) non servono per l'identificazione precoce di questo tumore.

Alcuni casi non vengono diagnosticati fino a quando il cancro non si è diffuso nell'addome o in un'altra parte del bacino. Il problema è che una volta che il cancro ovarico è progredito oltre le ovaie diventa molto più difficile da trattare. Detto questo, quando il cancro rimane nelle ovaie, i medici hanno maggiori possibilità di trattarlo con successo con la chirurgia e la chemioterapia.

Le opzioni di trattamento per il cancro ovarico dipendono dal suo stadio e dalla salute generale della donna affetta. In genere, la chirurgia ha un ruolo di primo piano nella cura di questo tumore; tanto che, quando la malattia è in fase iniziale, l’intervento è curativo nel 70% circa dei casi. Tuttavia, il rischio che il tumore si ripresenti resta comunque alto (25-30%). Per questa ragione si sceglie in alcuni casi di utilizzare la chemioterapia adiuvante; cioè dopo l’intervento chirurgico.

La prima e più immediata cura è allora la conoscenza di questa malattia. La consapevolezza del cancro ovarico è così fondamentale a causa di quanta differenza fa la diagnosi precoce nei tassi di sopravvivenza. Detto in altre parole, una maggior conoscenza della malattia, e una migliore educazione riguardo i potenziali sintomi può salvare la vita.

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