Simone Biles, le lacrime contro i demoni degli abusi sulle ginnaste

Le ginnaste americane guidate da Simone Biles hanno portato in Senato le loro testimonianze contro il sistema che non le ha protette dalle violenze e l'Fbi che non ha indagato sul medico Larry Nassar
Simone Biles le lacrime contro i demoni degli abusi sulle ginnaste

I demoni l’avevano raggiunta sulla pedana di Tokyo. Nel momento peggiore possibile, quello che doveva essere del trionfo assoluto, la regina della ginnastica, Simone Biles si è dovuta fermare. Se non c’è la testa, non risponde nemmeno il corpo e bisogna mettersi da parte. Erano i demoni, la parola è quella usata da lei, che rincorrono ogni campione, ma per le ragazze della ginnastica statunitense ce ne sono di più che per altri. Per loro c’è stato un demone con nome e cognome, Larry Nassar. Il medico che abusava di loro, che hanno contribuito a far condannare, ma anche l’intero sistema che ha protetto lui e non loro.

Le lacrime di Simone Biles davanti alla commissione Giustizia del Senato sulle negligenze dell’Fbi nell’indagine sulle accuse di abusi sessuali sono per questo: non solo Nassar, tutti gli altri sono colpevoli.

La pluricampionessa olimpica e mondiale ha parlato di un «intero sistema che ha permesso e perpetuato» gli abusi sessuali commessi da Nassar. Se infatti il medico della nazionale è già stato condannato nel 2018 a una pena compresa tra i 40 e i 175 anni di carcere per abusi sessuali su più di 150 ginnaste, nulla è finora accaduto ai funzionari della federazione.

Non ha parlato solo lei. Sono intervenute altre tre ginnaste: Mckayla Maroney, Maggie Nichols e Aly Raisman. Tutto hanno ribadito che non c’erano controllori o, se c’erano, chiudevano gli occhi. Le strutture federali non sono intervenute e, anche dopo le prime denunce, hanno tardato nel fermare Nassar.

«Sembra davvero che l’Fbi abbia chiuso gli occhi su di noi», ha sottolineato Simone Biles, «Deve essere chiaro il messaggio che se permetti a un predatore di danneggiare dei minori, le conseguenze saranno rapide e gravi». «Che senso ha denunciare un abuso se gli agenti dell’Fbi seppelliscono quel rapporto in un cassetto?» ha aggiunto Mckayla Maroney medaglia d’argento nel volteggio a Londra 2012.

La prima denuncia risale al 2015, ma Nassar ha avuto ancora più di un anno per continuare i suoi abusi. Su questa mancata azione indaga il Senato. Tra i testimoni previsti ci sono anche il direttore del Federal Bureau of Investigation, Christopher Wray, e l’ispettore generale del dipartimento di Giustizia, Michael Horowitz. Quest’ultimo, in un rapporto di luglio, ha detto che diverse violazioni dei protocolli hanno portato a mesi di ritardo che hanno lasciato tempo al medico per nuovi abusi. Da anni le atlete denunciano proprio il sistema. Simone Biles in un’intervista di qualche mese fa ha detto che se avesse una figlia non la manderebbe mai nella squadra Usa di ginnastica.

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