Il Camp Nou va ancora un po' grande all'Inter. Il vestito cade sulle spalle, ha le maniche lunghe: insomma, bisogna crescere. Oggi va così, fra qualche mese chissà. Del resto anche l'Inter del Triplete a inizio stagione qui prese un'imbarcata, peggiore di quella di oggi. Senza scomodare i monumenti, Spalletti torna a Milano con zero punti, due gol presi, ma anche qualche fase della partita in cui ha mostrato di poterlo indossare, un vestito di gala così. Il Barcellona senza Messi, seduto in prima fila in tribuna, vicino al campo, si fa bastare il sostituto temporaneo Rafinha e la freccia sinistra Jordi Alba, oltre a un sontuoso e solido Suarez. Il ritorno a Barcellona di Icardi è senza squilli, l'inseguimento ai migliori bomber d'Europa è una strada lunga e ambiziosa: non si può pensare che sia un tour sempre trionfale.
















distanze — La situazione del gruppo resta buona, grazie al fondamentale pareggio fra Psv e Tottenham, la serie di vittorie consecutiva si interrompe, il Barcellona resta di livello superiore, per qualità degli uomini, nonché coesione e rodaggio del gioco. La seconda rete, quella di Alba, nasce da un reticolato di tagli e passaggi, con l'ultimo illuminante di Rakitic. L'Inter paga un po' anche la serata "distratta" di Skriniar (in coppia con Miranda), non irreprensibile sui due gol. Anche lui, nonostante quel fisicaccio, deve ancora crescere, per dominare davvero in stadi così.
l'ex — "Mi piacerebbe vederlo in campo, ma so che ci creerebbe problemi". Non era una frase di circostanza, quella di Spalletti alla vigilia, ma un vaticinio. Rafinha "purga" l'Inter. Come promesso non esulta, ma per i tifosi nerazzurri, specie quelli che avevano coniato e utilizzato allo sfinimento un hashtag per riportalo a Milano, è una magra consolazione. Valverde gli aveva concesso 112 minuti fino a oggi, con psicologia lo sceglie come vice-Messi contro la squadra dove avrebbe voluto essere. Il figlio di Mazinho parte esterno destro, ma si trova spesso a fare il falso nueve, o comunque a concludere le azioni blaugrana: dopo due conclusioni "moscette", al 32' parte in una progressione centrale alla Nainggolan (ahi), vince un contrasto su Vecino e apre per Suarez. L'uruguaiano da destra inventa un gran cross di esterno sinistro, Skriniar si perde Rafinha alle spalle e il brasiliano/spagnolo infila da due passi. È un seratone per il numero 12, che uscirà dopo 27' della ripresa fra gli applausi, con tanto di coro personalizzato.
crescendo — Per l'Inter può essere comunque una notte che aiuta a diventare grande: la squadra di Spalletti se la gioca col Barça nelle fasi in cui osa, aggredisce nella metà campo avversaria, non si fa schiacciare rinculando. Gli riesce all'inizio dei due tempi, nel secondo è anche pericolosa con Politano (parata di Ter Stegen e tiro sballato da ottima posizione), nel primo aveva messo paura solo con un tiro da fuori di Vecino. Quando Brozovic cresce e ringhia in tackle, prende coraggio. Quando si fa compattare a protezione della sua area, balla e permette ai catalani di creare occasioni in discreto numero, salvandosi grazie a una traversa di Coutinho e un paio di parate di Handanovic, la migliore su Suarez. Il conto delle occasioni alla fine non concede rimpianti, i numeri dei chilometri percorsi (nerazzurri in cima) confermano che il Barça fa girare la palla e l'Inter spesso rincorre. Per ora i maestri restano loro.