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Noi e l'Africa: c'è così tanto da imparare

Etiopia, Africa (foto: Eduardo Soteras/Afp via Getty Images)
Etiopia, Africa (foto: Eduardo Soteras/Afp via Getty Images) 
"Quello che possiamo imparare dall’Africa", di Dante Carraro con Paolo Di Paolo, racconta un continente depredato e fragile che sta affrontando la difficile partita della transizione ecologica
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Dante Carraro è un medico che durante la specializzazione in cardiologia è entrato in Seminario, e pochi anni dopo aver completato la specializzazione ha preso i voti. La missione di curare i malati non gli bastava, ha sentito il bisogno, “la chiamata”, ad aggiungerne un’altra. Dopo alcuni anni in parrocchie di periferia le due missioni si sono congiunte quando don Dante Carraro nel 1994 è diventato vicedirettore dell’ong Medici con l’Africa Cuamm, per poi nel 2008 diventarne direttore.

Medici con l’Africa è un esempio di cooperazione virtuosa, un modello straordinario per la dedizione dei suoi operatori, per i valori che la animano e per la governance che si è data. È una ong italiana nota e apprezzata in tutto il mondo della quale il nostro Paese deve essere orgoglioso. Quello che possiamo imparare dall’Africa scritto da Dante Carraro con Paolo Di Paolo, è una finestra su due mondi, il nostro, fortunato, crudele ottuso e generoso, e l’Africa, il continente dove la storia dell’uomo è più lunga e la popolazione è più giovane. Un continente depredato e fragile nel quale la potenza della natura si esprime con forza spesso devastante. Carraro racconta delle difficoltà enormi e degli eroismi silenziosi, della dignità difficile di popoli miserrimi che stanno attraversando una transizione complessa, che Paolo Magris nell’introduzione definisce “un parto epocale” dal quale nascerà una nuova civiltà.

Da quest’unica finestra si vedono chiari gli errori, si vede come la cooperazione per essere efficace deve essere ‘con’ e non ‘per’, che non è solo un dare ma è soprattutto un fare. I mezzi contano ma la presenza, la costanza, la fiducia sono ciò che costruisce percorsi di crescita umana, sociale, civile, economica. Medici con l’Africa si occupa di salute, gestisce ospedali nei posti più sperduti, collabora con le strutture sanitarie locali, forma medici, infermieri, ostetriche, e mostra e dimostra come l’obiettivo da perseguire è la salute come bene comune. Il Covid ci ha insegnato e ci insegnerà ancora che la salute non è garantita se non è garantita a tutti, che non ci sono confini o muri che tengano. E che la salute degli uomini non può essere scissa dall’ambiente in cui vivono, dalla salute degli ecosistemi, dal respiro lento e vitale della natura.