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MONDO

Kiryat Shmona

Alta Galilea, sirene di allarme. Lancio di razzi dal Libano. Israele risponde con colpi artiglieria

La popolazione è corsa nei rifugi

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Le sirene di allarme sono state attivate oggi a Kiryat Shmona, in Alta Galilea. Lo ha riferito il portavoce militare. La popolazione ha avuto ordine di entrare nei rifugi. Fonti locali riferiscono di aver udito una esplosione e di aver visto una colonna di fumo. 

Tre razzi sono stati sparati dal Libano meridionale, ha riferito il portavoce militare israeliano. Un lancio si è rivelato difettoso. Due razzi sono invece esplosi in territorio israeliano.

L'artiglieria israeliana - ha precisato il portavoce- ha risposto al fuoco. Non si ha notizia di vittime. Si tratta del terzo attacco del genere contro la Alta Galilea negli ultimi mesi. Il primo era avvenuto a maggio, il secondo il 20 luglio. 

Channel 12 ha riferito che un razzo è esploso in un'area aperta e un altro è stato intercettato dal sistema di difesa israeliano, noto come Iron Dome. Gli allarmi sono scattati nei pressi di Metula, al confine con il Libano.

Ieri il premier Naftali Bennett si era recato sul confine con il Libano per fare il punto della situazione con i comandanti della regione militare settentrionale alla luce di una serie di incidenti (fra cui ripetuti tentativi di infiltrazione e contrabbandi di armi e di stupefacenti).   La notizia dell'attacco odierno ha colto Bennett mentre era alla Knesset. Questi si è subito consultato con il ministro della Difesa Benny Gantz, che pure partecipava ai dibattiti.   Secondo la radio pubblica Kan, l'attacco odierno - come quello di due settimane fa - viene attribuito in Israele a miliziani palestinesi. 

Nuova impennata di tensione in Medio Oriente dunque mentre ancora risuonano i toni minacciosi dopo l'attacco della settimana scorsa al largo dell'Oman a una petroliera gestita da una società israeliana, per il quale è stato accusato l'Iran, che tuttavia nega.

Le forze armate israeliane (Idf) hanno risposto con colpi di artiglieria e hanno fatto sapere a Beirut, attraverso Unifil, che potrebbero intensificare il fuoco se non tornerà la calma al confine settentrionale. Fonti nel sud del Libano hanno riferito che i caschi blu stanno pattugliando il luogo dal quale sarebbero stati sparati i razzi. 

Secondo fonti della Difesa israeliana citate dai media, la responsabilità non sarebbe di Hezbollah, ma di fazioni palestinesi, le stesse che a maggio - durante l'operazione Guardiani delle Mura contro Hamas nella Striscia di Gaza - spararono diversi razzi, facendo scattare le sirene nella Galilea, per la prima volta dalla Seconda guerra del Libano del 2006.

Il ministro della Difesa Benny Gantz, insieme al capo della diplomazia Yair Lapid, sono impegnati in un'offensiva diplomatica cercando di ottenere dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu sanzioni contro la Repubblica islamica per i suoi attacchi marittimi, nuovo fronte della guerra segreta tra i due arcinemici. Nei giorni scorsi Gantz aveva esortato ad "agire subito" contro la Repubblica islamica, la cui "aggressione nella regione in generale e in particolare sul fronte marittimo si sta intensificando". Proprio ieri, il premier Naftali Bennett ha visitato, per la prima volta da quando è in carica, il Comando Settentrionale accompagnato dal capo di Stato maggiore Aviv Kohavi.

"L'Iran già conosce il prezzo che esigiamo quando qualcuno minaccia la nostra sicurezza: deve capire che è impossibile stare seduti pacificamente a Teheran e da li' incendiare l'intero Medio Oriente. Questa cosa qui è finita", ha avvertito il leader israeliano.Oggi in Libano si commemora il primo anniversario dell'esplosione che ha devastato il porto di Beirut e parte della città, uccidendo 200 persone e ferendone 6 mila. Il Paese dei Cedri è afflitto dalla peggiore crisi economica della sua storia, aggravata dall'epidemia di Covid e dalla mancanza di un governo. Per sabato sera, è atteso un discorso del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, in occasione dell'anniversario della Seconda Guerra libanese.