Semestre bianco, ma che cosa significa e cosa comporta per l'Italia?

Il semestre bianco inizia martedì 3 agosto. Questi sei mesi sono diversi del resto del periodo perché Mattarella, non potrà sciogliere le Camere del Parlamento e indire nuove elezioni
Semestre bianco ma che cosa significa e cosa comporta per l'Italia

Gli ultimi sei mesi di mandato dei setti anni del presidente della Repubblica. Questo è il semestre bianco che inizia martedì 3 agosto. Cade in questo giorno perché Sergio Mattarella, attuale capo dello stato, prestò giuramento e si insediò il 3 febbraio 2015.Questi sei mesi sono diversi del resto del periodo perché Mattarella, non potrà sciogliere le Camere del Parlamento e indire nuove elezioni.

È l’articolo 88 della Costituzione a contenere questa norma. Il presidente non può sciogliere le Camere «negli ultimi sei mesi del suo mandato, salvo che essi coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura.

Questa norma è stata inserita nella Costituzione come precauzione per evitare che il presidente uscente potesse indire elezioni in prossimità della scadenza del suo mandato con l’intenzione di avere un Parlamento pronto a rieleggerlo o eleggere qualcuno in continuità con il suo operato e la sua visione. Renzo Laconi, membro dell’Assemblea costituente per il Pci lo definì «un piccolo colpo di stato legale».

La Costituzione, nata dopo fascismo e guerra, contiene questa norma con l’intenzione di mantenere sempre l’equilibrio fra i poteri dello stato. Spesso però il semestre bianco è stato lo scenario di un nuovo fervore nel dibattito politico e di possibili crisi, senza che i colpi sferrati per ottenere consensi possano andare a inficiare eventuali votazioni che non possono esserci.

«È un passaggio molto delicato perché rischia di rimandare in fibrillazione i partiti politici», spiega Monica Setta, giornalista e scrittrice, conduttrice di Uno Mattina in Famiglia e di Rai Isoradio, e autrice di Il presidente, La Nuova Italia di Draghi**, edito da Piemme, «Finora c’è stata una tregua fra le fazioni che è tipica dei governi tecnici, ma che è stata più forte con il governo Draghi. La politica dei partiti con l’avvicinarsi del semestre bianco è tornata in ebollizione. Queste divisioni però secondo me non metteranno in discussione il governo».

Questo «no» viene dal fatto che Draghi è stato un grande «stabilizzatore» e Monica Setta ritiene che continuerà a crescere anche il suo consenso personale. «Degli schieramenti contrapposti Letta/Conte-Salvini/Meloni nessuno vuole staccare veramente la spina al governo. All’interno dell’esecutivo c’è la corsa a chi è più draghiani».

Draghi parte dal vantaggio di non dover dimostrare niente, di aver già presentato il recovery plan, di aver già messo in campo riforme strutturale come quella della giustizia e quelle economiche e fiscali che verranno. «Draghi è stato finora letto come il banchiere, da qui in poi lo vediamo come Draghi, il politico. È destinato al Quirinale», dice Monica Setta, «magari non a questo giro, ma al successivo. Io sono convinta che finirà la legislatura. Il prossimo presidente della Repubblica potrebbe essere Marta Cartabia, visto che Mattarella non vuole accettare un nuovo mandato».

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