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Vivienne Westwood e Andreas Kronthaler raccontano la loro liason di amore e rivoluzione

In questo podcast registrato in occasione degli 80 anni della stilista, Vivienne Westwood e Andreas Kronthaler dialogano su amore e rivoluzione, sostenibilità ed evoluzione
Vivienne Westwood e Andreas Kronthaler amore e rivoluzione

Vivienne Westwood e Andreas Kronthaler: il podcast che racconta la loro liason di amore e rivoluzione durata fino alal morte della stilista il 29 dicembre 2022

Vivienne Westwood e Andreas Kronthaler sono state una delle coppie creative più longeve del mondo della moda: sono tre le decadi di lavoro che li ha visti fianco a fianco. In occasione dei festeggiamenti per gli 80 anni della stilista britannica, nel 2021, Samira Larouci ha intervistato la coppia sul futuro della moda e della sostenibilità, sui concetti di rivoluzione e di amore.

Ecco il podcast con la voce dei protagonisti Vivienne Westwood e Andreas Kronthaler:

Moda do-it-yourself? Il concetto sembra quasi un controsenso, se pensiamo che il lusso è per definizione unico e non replicabile. Ma la pandemia, come spiega bene Samira Larouci nell'articolo di Vogue Italia, ha aperto nuovi canali di comunicazione tra i brand e i clienti e fornito chiavi di lettura diverse del senso stesso della moda.

Da Simon Porte Jacquemus a Jonathan Anderson, molti creativi hanno condiviso pattern e suggerimenti con i seguaci dei loro brand, mentre Demna Gvasalia di Balenciaga ha collaborato con i fan della band tedesca Rammstein per una capsule collection.

La moda si fa democratica e do-it-yourself, in un’ottica quasi anarchica di condivisione che coltiva il sogno di una moda più inclusiva:

TikTok ha le sue star per ciascun settore e l'astrologia non può mancare. Sono 5 i TikTokers da seguire per provare a immaginare il futuro grazie alle previsioni delle astro-star. Chi sono gli esperti dalla sfera di cristallo su TikTok? Scopritelo nel podcast in cui Marco Morello nomina i 5 protagonisti del mondo di TikTok che a suon di visualizzazioni raccontano il domani.

Il 5 maggio Chanel N.5 ha festeggiato i suoi primi 100 anni. L'iconico profumo è l'esempio lampante del rapporto molto speciale tra Mademoiselle Chanel e la numerologia. Insieme a Chiara Pasqualetti Johnson, che ha da poco pubblicato il libro “Il profumo del secolo”, dedicato proprio a Chanel N.5, Vogue Italia prova a svelarvi curiosità e dettagli, alcuni molto noti, altri quasi sconosciuti, sulla fragranza e sulla sua creatrice, molto legata ai numeri. Un cinque dopo l’altro, ripercorreremo i motivi per cui Coco Chanel era così legata al 5 e alla numerologia in generale, tanto che altre fragranze celebri della maison portano il nome di altri numeri cari alla stilista: il 19, il 31, il 22, il 32. Non solo profumi: vi dice qualcosa il numero 2.55? Scoprite tutti i segreti dei numeri per Chanel in questo podcast:

Astrologia e previsione del futuro, lettura dei tarocchi e dei fondi di caffè: al giorno d'oggi, tutto passa attraverso il cellulare, come spiega Marco Morello nel suo articolo pubblicato sul numero di maggio di Vogue Italia. È il momento delle AstroApp.

Amuleti e superstizioni, rituali e cristalli taumaturgici: i protagonisti della moda non disdegnano un approccio scaramantico al loro lavoro e alla loro vita personale. Riccardo Tisci, Victoria Beckham, Naomi Campbell e Tom Ford sono solo alcuni dei protagonisti della moda che amano cristalli, amuleti e lettura della mano. Ecco il podcast dedicato all'articolo di Samira Larouci pubblicato sul numero di maggio di Vogue Italia:

Sapevate che il signor Levi Strauss non ha mai indossato un paio di denim jeans, pur avendoli brevettati? E che ogni secondo nel mondo ne vengono vendute 60 paia? Che cosa rappresenta la data 20 maggio 1873 per i jeans? E come mai a Bing Crosby rischiò di vedersi negata una stanza di hotel? Vi siete mai chiesti che suono ha il denim? E come si può riconoscere un Levi's, un Lee e un Wrangler semplicemente guardando un pezzo di tessuto?

Ecco sei curiosità che forse non sapete sul mondo del denim e del jeans: due termini che, come scoprirete ascoltando il nostro podcast, non sono stati sempre sinonimi (e per i puristi non lo sono ancora).

There is no planet B è un claim ormai abbastanza famoso. Ed è stato coniato proprio da Ecoalf. Il founder Javier Goneyeche ci ha raccontato in questo podcast come questa campagna di comunicazione - che è in realtà un appello a cambiare il nostro modo di interpretare la sostenibilità -sia nata, insieme al suo impegno per l'ambiente, i progetti della fondazione da lui promossa per la salvaguardia degli oceani e la filosofia alla base della moda sostenibile.

Dell'Obiettivo 2 dell'Agenda 2030 - lotta alla fame - per lo sviluppo sostenibile avevamo invece parlato con Michael Kors, che ha donato in 8 anni 20 milioni di pasti nelle scuole attraverso la campagna Watch Hunger Stop in collaborazione con il World Food Programme delle Nazioni Unite. Un'iniziativa straordinaria da parte del “Global Ambassador against hunger for the United Nations World Food Programme” che affronta contemporaneamente il problema della fame - si stima che nel mondo 1 persona su 9 non abbia accesso a una alimentazione sufficiente - e dell'educazione: l'esperienza nei 60 Paesi in cui il programma è attivo dimostra come la possibilità di accedere a un pasto convince le famiglie a permettere alle proprie figlie ad andare a scuola, instaurando un circolo virtuoso dall'impatto forte sulle comunità.

Ecco l'intervista a Michael Kors, con la voce di Paola Corazza:

Vogue Italia ha ospitato la conversazione esclusiva tra Daniel Roseberry e Jeremy O. Harris, due talenti “uniti da una sorta di affinità creativa” come scrive Luke Leitch nell'articolo pubblicato qui.

La conversazione di cui pubblichiamo l'audio integrale racconta la storia dell'amicizia dei due creativi e la loro crescita artistica che ha portato Daniel Roseberry a diventare direttore artistico della maison Schiaparelli e Jeremy O. Harris a firmare pièce teatrale come Slave Play.

Ecco l'audio integrale che vede protagonisti Daniel Roseberry e Jeremy O. Harris in conversazione con Luke Leitch:

Ai cultori della Maison Schiaparelli interesserà anche la fiaba ispirata alla vita e alla carriera di Elsa Schiaparelli firmata da Elena Favilli per il numero di Vogue Italia dedicato ai bambini.

Ecco, in italiano con la voce dell'autrice, la fiaba raccontata dedicata a Elsa Schiaparelli:

Ed ecco la versione in inglese della fiaba in podcast, letta da Paola Corazza:

In tema di moda e sostenibilità, a dieci anni dal termine imposto dall'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, e in modo particolare in un momento storico come quello che stiamo vivendo di crisi per il coronavirus, ci siamo chiesti che abiti e accessori popoleranno il guardaroba nel 2030. Partite con noi per un un viaggio, in cinque tappe, nella moda sostenibile che popolerà il nostro guardaroba nel 2030:

Lo street style nasce, in qualche modo, con lui: Scott Schuman che si definisce “fotografo e autore con una social media platform, The Sartorialist”, con cui nel 2005, dice, “ho iniziato a fotografare la gente di New York che trovavo avesse un look interessante e potesse esprimere un certo stile”.

Ne è passato di tempo (e ne sono passati, davanti al suo obiettivo, di look per le strade di tutto il mondo) e, causa pandemia di coronavirus, qualcuno si è spinto a dichiarare che lo street style sia morto, ucciso da questo periodo di joggers, tute e look a mezzo busto per le call su Zoom.

Non è d'accordo il re dello street style Scott Schuman, come racconta in questa intervista concessa a Michele Fossi per Vogue Italia.

Ecco l'intervista a Scott Schuman con le voci di Michele Fossi e Federico Fischetti:

Le sfilate di moda sono molto più che il momento in cui su una passerella sfilano i look con capi e accessori della prossima stagione. Lo spiega in un articolo uscito su Vogue Italia Claudio Calò, che ripercorre, “dalle passeggiate al Bois de Boulogne d’inizio Novecento fino alle rappresentazioni media fluid e agli show in absentia del 2020”, la storia delle sfilate con la relativa, iconica ritualità.