DALL’INVIATO A TOKYO. La collezione di medaglie di bronzo si arricchisce di un nuovo pezzo: Antonio Pizzolato ha concluso al terzo posto nel sollevamento pesi, categoria fino a 81 kg. La gara è stata vinta dal cinese Lyu Xiaojun, che ha sollevato un totale di 374 chili tra strappo e slancio, nuovo record olimpico, davanti al dominicano Zacarias Michel Bonnat (367 kg). Pizzolato si è fermato a 365: 165 allo strappo e 200 allo slancio. All’ultimo tentativo, ormai sicuro del bronzo, ha tentato il tutto per tutto per prendersi l’oro, anche al prezzo di sacrificare un possibile secondo posto, e ha caricato 210 chili sul bilanciere. Il tentativo è fallito (sarebbe stato primato mondiale). 
Per l’Italia si tratta della terza medaglia nei pesi, dopo il bronzo di Mirko Zanni (67 kg) e l’argento di Giorgia Bordignon (64 kg). Un bilancio che non si vedeva da Parigi 1924.

Nino Pizzolato, bronzo di peso: "Ho fatto la storia, ora deve farla Marcell Jacobs"


Da dove nasce questo exploit dopo tanto tempo senza risultati?
«Abbiamo uno staff fantastico, un grande gruppo – risponde l’atleta azzurro -. Un cerchio perfetto dove lavoriamo veramente bene. Non abbiamo nulla da invidiare agli altri Paesi».
La lotta al doping ha aiutato gli atleti puliti?
«La pulizia è stata fatta. Se poi c’è ancora qualcuno che gioca sporco, noi lo affrontiamo da puliti. Lottiamo con la coscienza a posto». 
Pizzolato ha 24 anni. E’ nato a Castelvetrano, provincia di Trapani Il suo motto è «non vince chi è più forte, ma chi è più testardo». «Anche stavolta è stata una lotta - si racconta con la medaglia appesa al collo. Tutte le mie gare lo sono. I risultati richiedono fatica, e a me la fatica piace».
Qualche rammarico per il risultato?
«Sul momento sì, ho giocato il tutto per tutto per vincere l’oro. E’ andata così, la prossima volta lotteremo di nuovo».

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