L’effetto degli Europei di calcio sui casi di Covid in Italia, misurato dall’Istituto superiore di sanità

di Laura Cuppini

A partire da fine giugno l’incidenza nei maschi tra 10 e 39 anni è costantemente maggiore rispetto a quella osservata nelle femmine

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(Benvegnù)

Che gli Europei di calcio abbiano un avuto un effetto importante sull’andamento della pandemia poteva essere ragionevolmente ipotizzato, soprattutto per quanto riguarda le due finaliste, Italia e Inghilterra.

A tre settimane dall’11 luglio (data della partita vinta dagli Azzurri), sono i numeri a descrivere le conseguenze dei raduni e dei festeggiamenti.

Si legge nell’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità (Iss): «Da fine giugno l’incidenza nei maschi fra i 10 e i 39 anni risulta essere sempre maggiore rispetto a quella osservata nelle femmine. Verosimilmente tale andamento può essere dovuto a cambiamenti comportamentali transitori (es. feste e assembramenti per gli Europei di calcio)».

Il grafico qui sotto mostra con chiarezza la situazione.

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Età media dei contagiati: 26 anni

Ha contribuito all’aumento dei contagi la sempre maggior diffusione della variante Delta, che oggi in Italia supera il 90%.

Ma per l’Iss «cambiamenti comportamentali transitori (es. feste e assembramenti) possono aver avuto un ruolo nell’aumento dei casi, la cui entità non può essere spiegata solo dalla maggiore trasmissibilità della Delta».

Contestualmente si abbassa l’età media dei soggetti che contraggono l’infezione (26 anni), anche grazie all’ampia copertura vaccinale nelle fasce di età superiori. Nelle ultime due settimane il 30,2% dei casi totali ha un’età inferiore a 19 anni, il 60,8% tra 20 e 59 anni e solo il 9,1% ha un’età superiore ai 60 anni. L’Iss stima un forte effetto di riduzione del rischio di infezione nelle persone completamente vaccinate rispetto ai non vaccinati: 88% per la diagnosi, 95% per l’ospedalizzazione, 97% per i ricoveri in terapia intensiva e 96% per i decessi. «Una più elevata copertura vaccinale e il completamento dei cicli di vaccinazione — conclude l’Iss — rappresentano gli strumenti principali per prevenire ulteriori recrudescenze di episodi di aumentata circolazione del virus sostenute da varianti emergenti con maggiore trasmissibilità». Oggi in Italia circa il 60% della popolazione dai 12 anni in su ha completato il ciclo vaccinale.

Uk, scuola ed «effetto Europei»

La situazione in Gran Bretagna, dove da diversi giorni i contagi sono in calo dopo il picco di metà luglio, fa ben sperare: secondo l’ultima stima dell’Office for national statistics, il 92% degli adulti in Inghilterra e Galles ha anticorpi contro Sars-CoV-2, grazie al vaccino o a una pregressa infezione. Una platea più vasta rispetto a quella italiana. «Una parte del calo dei casi può essere dovuto a una diminuzione di test eseguiti, ma secondo gli esperti questa non può essere la ragione principale di una discesa tanto rapida — scrive il Financial Times —. La fine dell’anno scolastico (in Gran Bretagna cade a metà luglio, ndr) è probabilmente un fattore, così come la fine degli Europei di calcio. Abbiamo prova del fatto che ogni partita in cui giocava l’Inghilterra è stata seguita da un picco di infezioni, sviluppate non solo tra le persone che hanno assistito alle partite dal vivo, ma soprattutto nei raduni in case e pub per guardare i match in tv».

31 luglio 2021 (modifica il 31 luglio 2021 | 19:09)