Scarlett Johansson fa causa alla Disney (per Black Widow)
Potrebbe essere preludio di un divorzio la causa intentata da Scarlett Johansson contro la Disney. L’attrice, che per il Topolino è tornata ad interpretare Black Widow, ha trascinato gli Studios in tribunale, perché colpevoli – a suo dire – di non aver rispettato i termini contrattuali. La Marvel Entertainment, cioè, avrebbe sottoscritto con la Johansson un contratto in cui il compenso di questa sarebbe stato determinato in larga parte dalla performance cinematografica della pellicola: più redditizio fosse stato il film una volta uscito in sala, più avrebbe guadagnato la Johansson. Che, però, si è trovata a fare i conti con un’uscita ibrida.
Black Widow, disponibile anche in Italia, ha avuto un debutto doppio: contemporaneamente, è arrivato nelle sale cinematografiche e sulla piattaforma streaming di Disney. La Johnson, interprete Natasha Romanoff, ha lamentato di non aver potuto conseguire i bonus pattuiti con la Marvel, di proprietà della Disney. Così, ha pensato di portare in tribunale il Topolino. «La causa è particolarmente triste e angosciante per il suo insensibile disprezzo per gli orribili e prolungati effetti globali della pandemia di Covid-19», ha dichiarato la Disney, spiegando di aver risarcito Scarlett Johansson con venti milioni di dollari. Una decisione, questa, che potrebbe costituire un precedente importante. Attori e produttori, nell’ultimo anno, si sono trovati a fronteggiare la strapotenza dello streaming: diverse major hanno preferito aumentare la propria offerta online, così da bypassare i cinema e, insieme, le limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria. Il contratto della Johansson, tuttavia, non rappresenta un’eccezione, ad Hollywood, e diverse figure dello spettacolo sono state danneggiate economicamente dalla scelta di rilasciare online titoli che avrebbero meritato la sala.
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