Norme

Pratiche commerciali sleali, ok al decreto. Coldiretti: è una svolta storica

Il decreto legislativo che recepisce le direttive Ue è stato approvato dal Consiglio del Ministri

di Emiliano Sgambato

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4' di lettura

È stato approvato dal Consiglio dei Ministri il decreto legislativo che recepisce nell’ordinamento italiano la direttiva Ue in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare. È dunque partito, pochi giorni dopo l’avvio di una procedura di infrazione da parte della Ue, l’iter perché diventino operative le norme finalizzate a regolare gli scambi tra acquirenti e fornitori di prodotti agricoli ed alimentari, al fine di evitare operazioni contrarie ai principi di buona fede e correttezza, comprese quelle imposte unilateralmente da un contraente alla sua controparte.

«Obiettivo del provvedimento – si legge in una nota del Mipaaf – è quello di razionalizzare e rafforzare il quadro giuridico vigente, nella direzione della maggiore tutela dei fornitori e degli operatori della filiera agricola e alimentare e sostenere la trasparenza nei rapporti commerciali a cui venditori e acquirenti di prodotti agroalimentari dovranno attenersi prima, durante e dopo la relazione».

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La direttiva introduce il livello minimo di tutela comune a tutta l’Unione europea e comprende un elenco di pratiche commerciali sleali vietate e un elenco di pratiche che saranno autorizzate solo se concordate in termini chiari e univoci al momento della formalizzazione dell’accordo di fornitura.

L’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf) viene, inoltre, designato autorità nazionale di contrasto, deputata a vigilare l’applicazione delle disposizioni che disciplinano le relazioni commerciali, i divieti stabiliti dalla direttiva e le relative sanzioni. L’ispettorato sarà anche chiamato a collaborare con le Autorità di contrasto degli Stati membri e con la Commissione europea, anche al fine della reciproca assistenza nelle indagini che presentano una dimensione transfrontaliera.

Si tratta, secondo il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, di una svolta storica per combattere le speculazioni sul cibo dal campo alla tavola in una situazione in cui per ogni euro speso dai consumatori meno di 15 centesimi vanno a remunerare il prodotto agricolo.

In riferimento «al via libera in prima lettura al decreto legislativo di attuazione della direttiva che regola i rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare, la Coldiretti evidenzia come si tratti di 16 pratiche commerciali sleali da vietare, che vanno dai ritardi nei pagamenti e annullamenti di ordini dell’ultimo minuto per prodotti alimentari deperibili, alle modifiche unilaterali o retroattive dei contratti, fino al divieto di pagare al di sotto dei prezzi di produzione». «Un intervento normativo fortemente sollecitato da Coldiretti – continua la nota – per rendere più equa la distribuzione del valore lungo la filiera ed evitare che il massiccio ricorso attuale alle offerte promozionali non venga scaricato sulle imprese di produzione già costrette a subire l’aumento di costi dovuti alle difficili condizioni di mercato».

A essere colpito è anche il meccanismo delle aste al doppio ribasso, che provoca forti distorsioni e speculazioni aggravando così i pesanti squilibri di filiera della ripartizione del valore.

«Da sempre chiedevamo di recepire la direttiva comunitaria per ridare fiducia e stabilità agli operatori ed al mercato – commenta Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura – razionalizzando e rafforzando il quadro nazionale esistente sin dal 2012». Confagricoltura è soddisfatta per l’impianto complessivo del provvedimento che implementa i princìpi ed i criteri direttivi stabiliti dalla legge di delegazione europea dello scorso aprile e che prevede anche un enforcement della legislazione già in vigore sulle pratiche sleali. Anche se si può ancora migliorare il quadro delle regole a tutela del comparto. «Come può un quintale di angurie costare un euro, svilendo prodotti e lavoro degli agricoltori? Per ora abbiamo imboccato una buona strada – continua il presidente di Confagricoltura – quella della valorizzazione, ora occorre percorrerla velocemente e senza deviazioni».

«Un passo di trasparenza e competitività sana a tutela dell'intera filiera agroalimentare – è il commento di Luigi Scordamaglia di Filiera Italia – Abbiamo sempre sostenuto la battaglia per l'applicazione di tali norme capaci di contrastare quelle pratiche che negli anni hanno viziato gli equilibri fra gli anelli della filiera da parte di chi ha pensato di approfittarne. Dai ritardi nei pagamenti agli annullamenti repentini e inaspettati di ordini per prodotti alimentari deperibili, dalle modifiche unilaterali o retroattive dei contratti di collaborazione con rifiuto di contratti scritti fino alle aste al doppio ribasso. Le nuove misure rappresenteranno un deterrente concreto contro questo genere di operati e contribuiranno a una redistribuzione equa del valore lungo tutta la filiera aumentando il livello di tutela e ostacolando chi in questi anni ha continuato ad operare generando pesanti sperequazioni».

«Nei prossimi tre mesi – ha scritto in una nota il ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli – lo schema di legge dovrà essere sottoposto al parere delle commissioni parlamentari per poi essere approvato, in via definitiva, entro la fine dell'anno dal Consiglio dei Ministri. Mi auguro che in questo lasso di tempo si potrà lavorare assieme per migliorare ulteriormente il testo, con l'obiettivo di rafforzare maggiormente la posizione contrattuale della parte più debole, fissando per legge dei criteri capaci di assicurare un “equo prezzo” al produttore agricolo. Ad esempio – osserva il ministro – ritengo che debba essere sempre sanzionata come pratica commerciale sleale la vendita di prodotti agricoli e alimentari a prezzi inferiori rispetto a quelli di produzione».

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