29 luglio 2021 - 23:49

Procura di Milano, la lettera di Francesco Greco ai suoi pm: «Da Paolo Storari slealtà e menzogne»

La mail del procuratore capo Greco alla vigilia dell’udienza del Csm sulla richiesta di trasferire il sostituto procurato Storari per motivi disciplinari. «La solidarietà al magistrato? Può condizionare»

di Giuseppe Guastella

Procura di Milano, la lettera di Francesco Greco ai suoi pm: «Da Paolo Storari slealtà e menzogne»
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«Menzogne, calunnie e diffamazioni»: non sono altro che questo per il procuratore di Milano Francesco Greco le accuse «gravi e infondate» di aver rallentato le indagini sulla presunta associazione segreta Ungheria mosse contro di lui e alcuni dei vertici dell’ufficio dal sostituto Paolo Storari. In una mail ai magistrati della Procura alla vigilia dell’udienza di oggi del Csm sulla richiesta del Pg della Cassazione Giovanni Salvi di trasferire Storari per motivi disciplinari, Greco rompe il «rigoroso riserbo istituzionale», ribalta le responsabilità sul suo accusatore e rivendica con orgoglio i risultati di una Procura «punto di riferimento in Italia ed anche all’estero, per professionalità, efficienza e capacità di innovazione».

Greco esordisce definendo «grave» la vicenda dei verbali in cui l’ex legale esterno dell’ Eni Piero Amara parlava fumosamente della loggia Ungheria consegnati da Storari — che anche per questo è di fronte al Csm — all’allora consigliere del Csm Piercamillo Davigo e poi arrivati anonimamente a due quotidiani. «Al rispetto della presunzione di innocenza e delle strategie di difesa ho ispirato tutta la mia vita professionale e non vi verrò meno in questa circostanza», premette per poi accusare Storari di aver violato i «più elementari principi di lealtà» non astenendosi dall’indagine sui verbali anonimi ricevuti dai giornali, ma continuando a lavorare con l’aggiunto Laura Pedio, che come Greco stesso era all’oscuro delle sue accuse di inerzia, anche dopo che aveva consegnato i verbali a Davigo per, a suo dire, cautelarsi dalla presunta inerzia dei colleghi. «Queste accuse infondate nei miei confronti sono state smentite nelle sedi competenti da precisa e documentata ricostruzione dei fatti», scrive il Procuratore riferendosi alla relazione che ha trasmesso a Salvi il 7 maggio.

Calunnie che ha già denunciato e che saranno denunciate ancora, assicura puntando il dito contro i pubblici ufficiali che avevano il dovere di segnalare alla magistratura la violazione della segretezza dei verbali, ma non l’avrebebro fatto. Davigo ha dichiarato di averli dati al vice presidente Csm David Ermini e al consigliere Giuseppe Marra. Un altro consigliere, Nino Di Matteo, li aveva ricevuti anonimamente. Sul documento in cui 60 pm e 170 magistrati del distretto firmano di non avere problemi di serenità a lavorare con Storari, il giudizio di Greco è severo: se è comprensibile «l’umana solidarietà», non lo è una «presa di posizione» che può essere letta come «un intervento teso a condizionare» il procedimento disciplinare del Csm, che proprio ieri a maggioranza ha mosso «rilievi» sull’organizzazione 2017-2019 dell’ufficio presentata da Greco anni fa. A fine novembre Francesco Greco andrà in pensione dopo una carriera di altissimo livello svolta interamente a Milano tra procedimenti che hanno fatto la storia giudiziaria italiana e nella quale, assicura, non ha mai rinunciato al «confronto aperto e leale» con i colleghi.

«Sono orgoglioso di aver fatto parte della grande storia della Procura di Milano» che «abbiamo costruito tutti insieme, i magistrati che negli anni si sono succeduti in questo ufficio e voi che continuerete a contribuire alla riaffermazione della legalità guardano sempre alle sfide del futuro», conclude augurando «buon lavoro a tutti noi»

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