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Dove andranno in vacanza gli italiani?

Tanti gli italiani che guardano ad una vacanza in patria ma l’incertezza epidemiologica ha anche l’effetto di scoraggiare gli indecisi.

«Gli italiani che prevedono una vacanza sono il 28,6% a cui si aggiungerà una parte del 35,4% ancora indeciso sul da farsi» – dice Giorgio Palmucci, presidente ENIT. «Per contro il 36% non partirà per diversi motivi, tra cui in testa per il 28,6% motivi economici, per il 22,3% per le restrizioni e per il 22,0% per la paura di contrarre il virus. Nell’estate 2021, per gli italiani la vacanza è in Italia (94%) e solo il restante 6% dichiara che si recherà all’estero. Tra le destinazioni al top la Sicilia, la Puglia e la Toscana. Circa un quarto degli italiani resterà nei propri confini regionali» – continua Palmucci. «Scelgono di più le mete estere i residenti nel nord ovest (8%), i giovani a partire dalla Generazione Z (8%) e coloro che di solito non viaggiano (9%), ovviamente con un alto tenore economico (8%)».

Mare o montagna?

Sarà mare per il 73% dei vacanzieri o montagna (12%), alla ricerca di sole (51%), natura (30%) e della possibilità di trascorrere del tempo di qualità coi propri cari (26%). Seguono il bisogno di benessere (16%), di arricchimento culturale (12%) ma anche la ricerca del buon cibo e del buon vino (12%).
Il 55% di chi parte trascorrerà oltre una settimana in vacanza, poi a decrescere, e spenderà (56%) oltre 400 euro».

Gabriele Burgio, presidente di Alpitour, aggiunge: «Dopo un lungo periodo di forte incertezza, le prenotazioni, fortunatamente, stanno andando a buona velocità, seppure siamo lontani dal pre-pandemia. In Italia per quest’estate le mete più richieste sono come sempre : Sardegna, Sicilia, Puglia e Calabria. La formula villaggio è sicuramente la preferita dagli italiani, una vacanza “All Inclusive” che garantisce relax e divertimento per grandi e piccoli senza trascurare la sicurezza e l’assistenza a 360°. La durata media vicina ai 10 giorni e il range di spesa è più o meno in linea con gli anni passati. L’Italia si riconferma quindi la destinazione più richiesta anche perché, visti gli ultimi avvenimenti, relativi ai contagi la Spagna e la Grecia hanno subito un rallentamento sulle prenotazioni».

«Confidiamo nella diminuzione del numero di contagi e che con la conclusione della campagna vaccinale si possano mettere dei punti fermi e pianificare le riaperture e ripartenze anche per il medio e lungo raggio di grande supporto nel post estate» – conclude Burgio.

Pier Ezhaya, presidente Astoi, conferma questi dati. Anche lui dice che gli italiani preferiscono rimanere in Italia; qualche richiesta per Grecia e Spagna, ma fortemente influenzate dalle ripetute notizie su focolai epidemici e quarantene varie. Qualche richiesta per il Nord Europa ed un certo ritorno per la montagna.

Boom di prenotazioni online

Il mercato dei viaggi online, tra prenotazione di strutture alberghiere e voli aerei, noleggio di macchine, nel 2020 valeva circa 432 miliardi di dollari ossia il 65% del fatturato globale dell’intero settore deriva da operazioni e transazioni sui canali online. Ma le previsioni per i prossimi 5 anni parlando di una crescita del 93%, che farà crescere il settore fino a 833 miliardi di dollari.

Secondo un’indagine americana di Research And Markets lo sviluppo di operazioni e transazioni sui canali online avrà come protagonista principale il mercato asiatico, con un tasso di crescita del 6,9%, seguito da quello africano (5,4%) e da quello mediorientale e nordamericano, che prevedono un aumento rispettivamente del 4,3% e 4,1%. Segnali positivi anche per quello europeo che, stando a quanto pubblicato su PhocusWire, raggiungerà i 324 miliardi di euro entro il 2023. Ma non è tutto, perché oltre la metà della prenotazione dei viaggi da parte degli europei è stata effettuata online nel pre-pandemia e le piattaforme del settore cresceranno del 5% nei prossimi anni. Una chiara testimonianza di come la Data Integration rappresenti uno strumento indispensabile per migliorare i servizi e l’esperienza del cliente oltre che i processi operativi e decisionali interni, aumentando il margine competitivo soprattutto per quanto concerne i viaggi online.

«Le piattaforme del settore dei viaggi online rappresentano oramai un ecosistema intricato, fatto da molte connessioni con servizi esterni, come possono essere la prenotazione di soggiorni completi di volo, pernottamenti, auto e acquisto di servizi ed esperienze in loco. Queste piattaforme si trovano quindi a “dialogare” con una miriade di sistemi diversi, con funzionalità e linguaggi diversi, ma devono riuscire a fornire una user experience unica e facendo viaggiare dati tra i diversi sistemi di gestione, prenotazione, pagamento, in totale sicurezza – ha spiegato Stefano Musso, CEO di Primeur – L’unico modo per poter ottenere grandi risultati attraverso un sistema sostenibile nel tempo è adottare una strategia di integrazione dati flessibile e supportata da un software specifico. Il tutto chiaramente deve poi rispettare le norma GDPR e quindi tracciabilità, masking e controllo immediato su tutti i dati personali. Di questo ci occupiamo in Italia e nel mondo da oltre 30 anni, lavorando con le più importanti aziende Fortune 500. Una grande soddisfazione per un’azienda italiana che spesso viene preferita ai giganti della Silicon Valley».

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