Manifestazioni no vax, Liliana Segre: «Follia paragonare vaccini a Shoah»

di Redazione Online

La senatrice a vita commenta gli accostamenti tra la persecuzione ebraica e le disposizioni sui vaccini durante le proteste contro il green pass

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Un manifestante a Torino (LaPresse)

«Sono follie, gesti in cui il cattivo gusto si incrocia con l'ignoranza». La senatrice a vita e testimone della Shoah Liliana Segre commenta così gli accostamenti tra la persecuzione ebraica e le disposizioni sui vaccini che in questi giorni sono apparsi tra i cartelli e le t-shirt dei manifestanti nelle piazze italiane che protestava contro l'estensione del Green pass.

Liliana Segre sottolinea di essere non stupita di quanto visto nelle manifestazioni dei no vax: l'uso distorto della memoria è una vergogna che dura da tempo, afferma a Pagine Ebraiche: «Siccome spero di non essere né ignorante né di avere cattivo gusto, non riesco a prendermela più di tanto». Nonostante ciò condannare chi rifiuta il vaccino, chi straparla di "dittatura sanitaria" e fa insensati richiami alle leggi razziste è un atto dovuto, dice Segre. «È un tale tempo di ignoranza, di violenza, neanche più repressa, che è diventato maturo per queste distorsioni. È una scuola che è stata recepita in cui i bulli sono i più forti».

La speranza della senatrice a vita è che si tratti di un fenomeno minoritario. «Voglio in ogni caso sperare che quei manifestanti rappresentino una minoranza. Perché come si fa a non vaccinarsi con una malattia terribile come questa che ha ucciso senza distinzioni?». A chi non fa parte di quel mondo no vax convinto, ma continua ad avere timore del vaccino, Segre ricorda che «la paura si supera». «Se l'unica arma per combattere questa malattia è il vaccino, non ne conosciamo altre, e facciamo il vaccino allora. Io non ci ho pensato due minuti a farlo, anzi ero molto contenta. E così si sono vaccinati tutti nella mia famiglia. Non sono un medico, ma credo a quello che mi si dice». Ai complottisti anti-vaccini un unico consiglio: state a casa. «Se uno vuole vedere il complottismo ovunque, beh resti a casa. Da solo. Non giri per le strade, non vada nel mondo, non danneggi gli altri. Poi lo so, di solito chi fa quelle scelte non si preoccupa del prossimo».

Pochi giorni fa Sami Modiano, sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, durante una puntata di In Onda su La7 , aveva attaccato i paragoni tra il green pass e la stella gialla: «È inaccettabile, non si possono paragonare le due cose. Per me significa deportazione, significa dolore, significa questo», aveva dichiarato Modiano mostrando il numero tatuato sul braccio.

26 luglio 2021 (modifica il 26 luglio 2021 | 21:12)