Tokyo 2020, Yeman Crippa: «Correndo con la musica verso le Olimpiadi»

La speranza del mezzofondo azzurro va alle Olimpiadi forte degli allenamenti nel suo Trentino con una nazionale multietnica. «La diversità è una fortuna»
Tokyo 2020 Yeman Crippa «Correndo con la musica verso le Olimpiadi»

«Quando c’è qualcosa di bello che stai aspettando il tempo passa in fretta». Il qualcosa di bello che Yeman Crippa aspetta sono le sue prime Olimpiadi, attese un anno in più fra tanti allenamenti e poche gare, perché la pandemia le ha fermate. Non ha fermato questo 24enne nato in Etiopia, adottato insieme ai fratelli dal una famiglia italiana e cresciuto fra le montagne del Trentino, campione italiano di 5000 e 10000 metri. Qui Yemaneberhan, questo il suo nome completo che significa «il braccio destro di Dio», ha costruito il suo lungo percorso verso Tokyo 2020: il 30 luglio i 10mila metri, il 3 agosto la batteria dei 5000 e il 6 la possibile finale. «Penso di averlo lavorato benissimo, di aver messo tutte le mattonelle piano piano».

Quanto ha pesato l’anno di ritardo?«All’inizio è stato brutto perché era un obiettivo, un sogno che aspettavo da un sacco e avevo lavorato benissimo. Ero emozionato e non vedevo l’ora di fare le Olimpiadi. All’inizio sono mancati gli stimoli. Dopo ho visto che è stato meglio, alla fine l’anno è volato».

Come immagina le Olimpiadi?«Erano il mio sogno da quando ho cominciato a fare atletica. Adesso l’asticella si è alzata: il sogno è quello di arrivare sul podio. Me le aspetto come una cosa che capita raramente nella vita. Cercherò di migliorare l’ottavo posto mondiale e di fare esperienza per quelle successive».

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Chi sono gli avversari?«Per ora me la devo giocare con gli europei, i keniani e gli etiopi sono ancora un gradino sopra. Cercherò di mettermi più africani possibili dietro».

Chi è il modello nell’atletica?«Mo Farah. Quando ho iniziato a fare atletica (prima c’è stato il calcio ndr) lui ha vinto il doppio oro nelle mie discipline ai giochi. Faceva diventare divertenti da guardare anche le gare del mezzofondo che si accendono negli ultimi due, tre giri».

Quali altri sport segue?«Il calcio da praticare. Da vedere il calcio, il basket, il ciclismo e anche le gare di sci».

Preferisce correre anche nella vita?«No, a parte le gare e i giochi da bambino, mi piace camminare e anche piano».

Come è la giornata di allenamento?«Alle 8 la sveglia, dalle 10 e 30 al campo: palestra, ripetute, corsa lunga. Alle 16 e 30-17 l’allenamento del pomeriggio. Solo la domenica abbiamo due ore di corsa lunga la mattina e poi il pomeriggio libero».

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Quanti chilometri a settimana?«Da 140 a 180».

Si corre con la musica in allenamento?«Io ho la fortuna di avere compagni di allenamento professionisti e corriamo sempre insieme. Non mi dispiace correre da solo, ma con la musica. Senza, non faccio più di venti minuti perché penso alla durata dell’allenamento. Con la musica invece riesco a viaggiare nel mio mondo, inizio a pensare a tante cose e passa veloce».

Che musica?«Sfera Ebbasta, Capo Plaza e il trap».

Quali altre passioni ha?«Quando non mi alleno faccio un giro in città e gioco alla Playstation. Mi piacerebbe giocare a calcio con gli amici, ma non è fattibile perché serve riposo e c’è il rischio di farsi male. In raduno giochiamo anche a carte».

Dove sono gli allenamenti?«In Trentino quando non sono in ritiro. Vivo in città a Trento da alcuni e sono fortunato: ho ciclabili, ciclabili sterrate, parchi. Molti colleghi si devono allenare sui marciapiedi e con le macchine di fianco».

È forte la nazionale italiana di atletica?«Negli ultimi anni sì, trascinata da Gianmarco Tamberi che è capitano da tutti i punti di vista. Stiamo crescendo molto nel mezzofondo, nei salti, nella velocità con Jacobs. A livello europeo siamo fra i più forti, alle Olimpiadi faremo belle cose».

È una nazionale definita, molto più che in passato, multietnica.«Ci sono tanti ragazzi di colore in tutte le discipline. È una fortuna avere un po’ di diversità. L’atletica è uno sport in cui non c’è razzismo. Non c’è alcuna differenza fra gli atleti».

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