Vaticano

Santa Sede in rosso nel 2020 per 66 milioni, cala il portafoglio finanziario

Chiuso meglio del previsto il consolidato del governo della Chiesa Universale. Pubblicato per la prima volta il bilancio dell’Apsa, il dicastero del patrimonio, che raggruppa tutte le finanze vaticane dopo lo scandalo di Sloane Avenue, su cui da lunedì parte il processo. In vendita il palazzo di Londra

di Carlo Marroni

La s

5' di lettura

Deficit di 66,3 milioni nel 2020, l'anno orribile della pandemia. La Santa Sede – il “governo” della Chiesa universale, distinto da Governatorato della Città del Vaticano e Ior – ha chiuso il bilancio consolidato con una perdita in netta crescita rispetto ai -11,1 milioni del 2019, ma meglio delle previsioni, grazie al contenimento della spesa (-26 milioni quelle ordinarie). Per coprire il “rosso” si è attinto all'Obolo in misura minore rispetto agli anni precedenti per sostenere le spese legate alla missione. Ma sono anche aumentati i contributi alle Chiese più bisognose. E in contemporanea è stato reso noto il bilancio dell'Apsa, il dicastero della Santa Sede che detiene il patrimonio immobiliare e gestisce il portafoglio, pari a 1.778 milioni.

Apsa, oltre 4mila immobili in Italia, 1.200 all'estero

Il patrimonio immobiliare - secondo il rapporto che è stato reso noto per la prima volta dalla sua costituzione nel 1967 – consiste in 4.051 unità immobiliari in Italia: il 92% nella Provincia di Roma (la maggior parte, il 64%, nelle zone adiacenti alla Città del Vaticano), il 2% tra Viterbo, Rieti e Frosinone, il 6% fuori dal Lazio. Circa 1.200 sono invece gli immobili gestiti all'estero tra Londra, Parigi, Ginevra e Losanna, e in Italia dalle società partecipate. Per l'Apsa nel 2020 gli utili sono stati di circa 22 milioni, inferiori di 51 milioni sull'anno precedente. Il contributo per il fabbisogno della Curia romana si è dimezzato da 41 a 20 milioni.

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Guerrero Alves: anno difficile, ridotte le spese

«Un anno difficile che ha richiesto ai dicasteri vaticani di ridurre le spese. Un anno in cui si è attinto in misura minore rispetto al passato dall'Obolo di San Pietro per sostenere il servizio dei dicasteri per la missione del Papa ma si sono aiutate maggiormente le Chiese nei Paesi più colpiti dalla pandemia» ha detto padre Juan Antonio Guerrero Alves, Prefetto della Segreteria per l'Economia, in un'intervista rilasciata al direttore editoriale della Santa Sede, Andrea Tornielli, a Vatican News. «Meglio di quanto ci aspettassimo. Non posso dire che sia stato un buon anno. Ma date le circostanze, posso dire che per il 2020, prima della pandemia, avevamo previsto a budget un deficit di 53 milioni di euro. Tuttavia, il rendimento degli investimenti finanziari è stato inferiore di 51,8 milioni di euro e anche il risultato straordinario è stato inferiore di 17,8 milioni di euro».

«Il processo su Sloane Avenue segna una svolta»

Martedì si apre il processo sull'immobile di Sloane Avenue - che vede 10 imputati, tra cui il cardinale Angelo Becciu - che “lezione” arriva da questa vicenda? «Quando c’è interesse a parlare dell'economia della Santa Sede di solito è perché qualcosa non ha funzionato come dovrebbe. E questo mina la credibilità della sua missione. Basterebbe parlarne abitualmente una o due volte all'anno quando si presentano i bilanci e i risultati. Ma nel caso specifico di questo processo, penso che segni una svolta che può portare a una maggiore credibilità della Santa Sede in materia economica. Prima di tutto, questo processo ci parla di un passato, un passato recente, ma di un passato. Ci possono sempre essere errori, ma oggi non vedo come gli eventi del passato possano ripetersi. In secondo luogo, il fatto che questo processo abbia luogo significa che alcuni controlli interni hanno funzionato: le accuse sono venute dall'interno del Vaticano. Da diversi anni, le misure adottate vanno nella giusta direzione».

In vendita palazzo di Londra

Guerrero conferma che i fondi della Segretaria di Stato (in parte all’origine della vicenda di Londra, con un costo di 350 milioni, ndr) sono ora gestiti da APSA e già fanno parte del bilancio ordinario della Santa Sede. «Si sta preparando la vendita del Palazzo di Londra, sono in corso azioni legali contro coloro che crediamo abbiano danneggiato gli interessi della Santa Sede. Stiamo continuando un processo che era iniziato nella Segreteria di Stato prima che i fondi fossero trasferiti alla gestione dell'APSA. L'anno prossimo tutti questi fondi saranno nel bilancio e daremo conto dei ricavi e delle spese dell'Obolo. Siamo consapevoli che la velocità con cui una legge viene fatta, la velocità con cui viene messa in pratica e la velocità con cui cambiano i costumi e le culture sono molto diverse. A volte ci vuole intelligenza, a volte ci vuole volontà e a volte ci vuole pazienza».

68% immobili per necessità istituzionali o dipendenti

Nel rapporto dell'Apsa emergono molti dettagli fino ad oggi non conosciuti, come il grande patrimonio a Parigi e Londra, in buona parte acquistato molti anni fa, per investire il “risarcimento” versato dallo Stato italiano dopo i Patti Lateranensi. Ma, si spiega anche che grazie agli affitti a prezzo di mercato riscossi sugli immobili di prestigio posseduti a Parigi e Londra (753 quelli gestiti dall'Apsa in Francia, 27 in Inghilterra), è stato possibile concedere in comodato d'uso gratuito all'Elemosineria Apostolica una struttura come Palazzo Migliori, a due passi dal Colonnato di San Pietro, per l'accoglienza dei clochard ospitati da Sant'Egidio. Oppure, si parla dell'acquisto di un immobile nei pressi dell'Arc de Triomphe a Parigi: il venditore, grazie alla mediazione della società vaticana Sopridex, ha destinato una parte del ricavato per la costruzione di una chiesa in una banlieue parigina. In un'intervista a Vatican News, il prefetto dell'Apsa, il vescovo Nunzio Galantino, spiega che «il 14% delle unità sono destinate al libero mercato mentre il rimanente 86% è funzionale alle necessità istituzionali e/o per dipendenti e pensionati della Curia romana».

Per la crisi Covid ridotti canoni affitto 30-50%

Nel 2020 c'è stato quindi un peggioramento del risultato operativo della gestione immobiliare: - 8,3 milioni. A determinarlo, vari fattori: l'effetto negativo di una riduzione dei ricavi da locazioni in Italia (- 2,2 milioni), l'aumento dei costi in Italia (+ 3,7 milioni) prevalentemente di natura manutentiva, un aumento della difficoltà nel recupero crediti degli inquilini causa Covid. A marzo 2020, in piena pandemia, il Dicastero ha deciso poi di venire incontro alle attività commerciali cancellando una parte dei canoni di affitto, variabile tra il 30% ed il 50% a seconda dell'attività. È stato poi elaborato un progetto, “Sfitti a rendere”, che prevede azioni concrete per diminuire progressivamente il numero degli immobili sfitti. Comprende un piano di coinvolgimento delle agenzie immobiliari e la ristrutturazione di cento appartamenti, in più lotti. L'inizio dei lavori per il primo lotto è previsto a gennaio 2022.

Pagati all'erario italiani 5,95 milioni per Imu e 2,88 per Ires

Poi le imposte pagate: l'Apsa spiega di versare in forma diretta ed indiretta imposte derivanti dalla gestione e possesso degli immobili sul territorio italiano. Per l'anno di imposta 2020 sono stati versati 5,95 milioni per Imu e 2,88 milioni per Ires. Di questi, per la sola Apsa, 4,4 milioni per Imu e 2,01 milioni per Ires. Quanto agli investimenti ad impatto sociale , l’Apsa spiega nel suo rapporto che per affrontare una possibile crisi di liquidità ha collocato sul mercato alcuni investimenti «ben posizionati», prediligendo iniziative di utilità sociale o legate a «impatto sociale».

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