Olimpiadi di Tokyo, Benedetta Pilato vuole stupire (anche nei 100 rana)

di Arianna Ravelli, inviata a Tokyo

La ranista 16enne è in Giappone senza D’Onghia, il suo coach di sempre, ma sa adattarsi ed è in costante crescita anche sui 100

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Benedetta Pilato, campionessa europea in carica e primatista mondiale sui 50 metri rana, 16 anni compiuti a gennaio (LaPresse)

A 16 anni l’Olimpiade è un gigantesco parco Giochi. Benedetta Pilato ha messo l’andamento veloce alla sua vita e adesso è dentro il sogno che voleva: sembra ieri che si è presentata al mondo e invece già non è più la mascotte della squadra azzurra, c’è qualcuno più piccolo di lei che spinge (Giulia Vetrano, 15 anni, pass strappato agli Europei junior di Roma con due medaglie di bronzo nei 400 e 800 stile) ma intanto, in valigia, assieme agli smalti per le unghie, ha potuto mettere l’esperienza degli Europei di Budapest e soprattutto il record del mondo dei 50 rana (29’’30) che, sfortunatamente per lei, non è specialità olimpica. Ma la crescita nei 100 è stata fin qui esponenziale: tanto che Benny si è guadagnata non solo il pass olimpico (a dicembre, quando neanche sapeva che tempo servisse per qualificarsi), ma anche l’etichetta, adesso, di possibile outsider. Dopo la regina Lilly King, la concorrenza è fitta, ma per Benny non esiste «troppo presto».

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Con la consueta voglia di godersi tutto quello che arriva e la frenesia della sua età (ha trovato un po’ pesante il ritiro a Tokorozawa, ora al Villaggio è tutta un’altra cosa) e l’abitudine, imparata in una città perennemente in emergenza come Taranto, di non piangersi addosso, Benny non è una che si lamenta. Certo, voleva vivere quest’avventura con il suo allenatore Vito d’Onghia, che di mestiere lavora all’Asl (sarebbe venuto in ferie) e che non ha neanche il patentino, ma (anche per questo), D’Onghia non è stato convocato dalla Federazione. La vedrà dalla tv.

Sarà uno snodo da affrontare, prima o poi, il tecnico ne ha curato la crescita e la preparazione fin da quando Benny era una bimba, fanno assieme le trasferte in macchina per andare ad allenarsi nella piscina di Bari, sono legatissimi, hanno messo assieme un piccolo staff (il bio meccanico Stefano Nurra che lavora con la Nazionale turca, il medico Franco Confalonieri e il preparatore atletico Luigi Zaffarano) e se la Federazione intelligentemente fino a ora non ha voluto toccare niente, il futuro è tutto da scrivere.

Benny, tesserata Aniene, non vorrebbe proprio muoversi. Il perché lo spiega un’altra pugliese, Elena Di Liddo, ieri buon debutto nei 100 farfalla: «Dove ci si sente a casa, è lì che si dà il meglio, anche nelle peggiori situazioni di allenamento. La tranquillità fa la differenza. Siamo professionisti anche in Puglia, pure se c’è qualche difficoltà in più, ma finché i risultati arrivano nessuno può dire nulla». E il futuro, come sempre, sarà deciso dai risultati. Intanto, come dice D’Onghia, la capacità di adattarsi è una delle armi in più di Benny, che per anni ha preparato le gare mentre nelle corsie a fianco i bambini dei corsi nuoto andavano con la tavoletta.

Domenica quando, alle 12.43, inizierà il suo percorso olimpico, figuratevi che fastidio le darà l’assenza di pubblico. Cinque minuti dopo toccherà a Martina Carraro, 28 anni, fidanzata con il ranista Scozzoli (che non è a Tokyo frenato da un infortunio) cercare l’accesso in semifinale. La concorrenza tra le raniste italiane è accesissima. Per dire: agli Assoluti, con un solo pass a disposizione (perché il primo se l’era già preso Benny) Carraro in finale fa il tempo per qualificarsi e il record italiano, lasciando fuori Arianna Castiglioni che si era appena rimessa dal Covid, ma che le ritoglie il record italiano ai Sette Colli e si conquista il viaggio a Tokyo almeno per le staffette.

Agli Europei di Budapest, invece, a pagare lo scotto, e a restare fuori dalle fasi finali superata dalle compagne è stata proprio Benedetta. Che naturalmente ha l’età dalla sua, oltre che caratteristiche fisiologiche (la fibra bianca, quella dei velocisti) e uno stile di nuotata (sempre in presa sull’acqua) che la rendono davvero unica. Ma non c’è che l’Olimpiade per stabilire un definitivo primato.

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24 luglio 2021 (modifica il 24 luglio 2021 | 22:37)