“Sognando a New York” è il musical da vedere quest'estate

Tuffo nella parte più “latina” di New York, tra canzoni, balli e sogno americano: tutto sul film di Lin-Manuel Miranda
“Sognando a New York” è il musical da vedere quest'estate
Courtesy of Warner Bros. Pictures

“Sognando a New York”: recensione, trama e curiosità sul film

Chi pensa alla Grande Mela di solito non ha proprio in mente Washington Heights, un quartiere a nord di Manhattan, multietnico e caratteristico. Eppure è proprio questa la cornice del musical “Sognando a New York”, in anteprima al Giffoni Film Festival e ora nelle sale italiane.

La trama

Il protagonista Usnavi (Anthony Ramos) ha uno di quei minimarket che vendono un po’ di tutto, dalla frutta ai souvenir per le auto, ma non la versione glamour che di solito si vede nei film. Qui ci sono i cartoni schiacciati per terra per asciugare l’olio che perde dal distributore di bibite e i prezzi dei prodotti ancora attaccati uno ad uno. I clienti abituati prendono il solito caffè e il vicinato fa squadra in qualunque circostanza, che sia un trasloco o uno sfratto.

In questa manciata d’isolati vivono i “dreamers”, gli immigrati dal Sud America che sono sbarcati negli States con il sogno di una vita migliore e con il desiderio di realizzarla a costo di consumare le mani e spaccarsi la schiena con mestieri pesanti. Nessuno si risparmia perché c’è in ballo molto altro, come Kevin Rosario (Jimmy Smits), uno degli imprenditori locali, che possiede una piccola rimessa di auto e che ipoteca tutto ciò che ha per mandare la figlia Nina (Leslie Grace) al college.

Quando la ragazza, amica d’infanzia di Usnavi, torna nel quartiere, però, nasconde un segreto. Il protagonista, intanto, che sogna un ritorno nella Repubblica Dominicana, perde la testa per l’aspirante stilista Vanessa (Melissa Barrera), intenta a cambiare zona della Grande Mela per cercare fortuna nella moda. Nel frattempo succede davvero di tutto…

“Sognando a New York”

Macall Polay

A ritmo di musica

Sulle note di ritmi caraibici – e non solo – Lin-Manuel Miranda, autore di testi e musiche, porta la storia da Broadway a Hollywood per regalare due ore e mezzo di pura energia. Il progetto, diretto da Jon M. Chu (Crazy & Rich) è un’esplosione di colori, di sapori, di emozioni che si riversano per le strade e riporta il pubblico ad un’epoca pre-Covid in cui ci si abbracciava, ci si baciava e ci si teneva per strada senza paura. Qui lo spirito della comunità e la celebrazione delle proprie radici sono valori fondamentali per ritrovare un senso di appartenenza che rischiava di perdersi nel viaggio di sola andata da casa.

Squadra vincente

Tutta la zona si ritrova a chiacchierare a tutto volume nel salone della parrucchiera Daniela (Daphne Rubin-Vega), una vulcanica donna ispanica che si è fatta da sola e vanta un team tutto al femminile composto da Carla (Stephanie Beatriz) e Cuca (Dascha Polanco di Orange is the new black). Pian piano, però, sembrano perdersi pezzi di storia perché la gentrificazione alza il prezzo degli affitti e costringe i piccoli proprietari dei negozi a levare le tende. Ma loro non si arrendono e fanno squadra, spesso cantando e ballando per i vicoli e tra i palazzi durante una delle estati più calde di New York. Ma non bastano gli idranti aperti ai semafori, dove i bambini s’inzuppano e si rinfrescano nel bel mezzo degli incroci.

Un crescendo emotivo

Il ritmo sostenuto del racconto, incorniciato in spettacolari numeri musicali con centinaia di ballerini negli scenari più diversi (dalla piscina al salone di bellezza, dai terrazzini degli appartamenti alle strade del quartiere). Si alza la voce per farsi sentire, per smettere di essere invisibili e per reclamare dignità: la lotta per i diritti civili s’intreccia al romanticismo e crea un mix insolito di emozioni, pronte a mirare dritte al cuore del pubblico.

È la storia specifica, ma può diventare universale, come dimostrano icone come Frida Khalo e Chita Rivera. Il “sueñito”, il piccolo sogno di cui si parla all’inizio del musical, ha bisogno di “pazienza e fede”, come dice la abuela (nonna onoraria) del quartiere, per essere costruito ma a volte basta una sola persona che ci creda con te perché quel desiderio prenda vita e spicchi il volo.

“Sognando a New York”

Courtesy of Warner Bros. Pictures