24 luglio 2021 - 10:18

Gkn, migliaia di persone al corteo in solidarietà dei 422 lavoratori licenziati

La manifestazione è partita dai cancelli dello stabilimento di Campi di Bisenzio e attraverserà tutta la zona commerciale attorno al centro commerciale i Gigli

di Jacopo Storni

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Più di cinquemila persone al corteo in solidarietà dei 422 lavoratori licenziati della Gkn a Campi Bisenzio. Il corteo, partito dai cancelli della Gkn, ha attraversato le strade della zona industriale intorno al centro commerciale I Gigli. Fumogeni, tamburi, trombette, fischietti e tanti cori per chiedere il blocco dei licenziamenti e il salvataggio dell’azienda che fabbrica giunti e semiassi per le auto.

Ad aprire la manifestazione 4 bandiere storiche di brigate partigiane, due della Lanciotto ballerini di Campi, una di una brigata senese, e quella della brigata Senigaglia, che liberò Firenze per prima. E poi lo striscione del Collettivo di Fabbrica, poi il grande striscione con scritto “Insorgiamo”. Presenti gli operai e molte delle loro famiglie con bambini al seguito. E poi delegazioni sindacali da Melfi, Pomigliano, Frosinone, Emilia Romagna, Lombardia. Sul percorso presenti i volontari di Misericordie e Pubblica Assistenza che distribuiscono bottigliette d’acqua.

Gli operai hanno indossato le pettorine gialle aziendali e le magliette del Collettivo di Fabbrica, in vendita a dieci euro all’ingresso. Per le istituzioni c’è il sindaco di Campi Bisenzio Emiliano Fossi, gli assessori regionali Serena Spinelli e Alessandra Nardini, la consigliera regionale Monia Monni, il vicesindaco di Sesto Fiorentino Damiano Sforzi.

Giani: «Tenere alta la tensione»

«Dobbiamo tenere alta l’attenzione, sono in piazza con i lavoratori perché hanno diritto di avere la solidarietà di tutte le istituzioni, tutta Italia è con loro. Vedere 422 lavoratori e le loro famiglie trovarsi in questa situazione così brutta è qualcosa che in Italia non deve accadere». Così il presidente della Regione Eugenio Giani intervenendo al presidio a Campi Bisenzio (Firenze). «Dobbiamo essere tutti uniti - ha aggiunto -, la proprietà Melrose deve saperlo: hanno offeso i lavoratori, tutta la Toscana e tutti coloro che credono che i diritti dei lavoratori sono fondamentali per una vita serena della comunità».

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