Gli Uffizi contro Pornhub: usa opere d’arte senza permesso

di Marco Gasperetti

Ilona Staller nei panni della Venere di Botticelli in un video promozionale. Il museo diffida la società proprietaria del sito a luci rosse più cliccato al mondo

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Cicciolina nella Venere di Botticelli (foto da Youtube)

FIRENZE- La diffida è già stata scritta dall’ufficio legale della Galleria degli Uffizi e probabilmente sarà spedita oggi all’indirizzo lussemburghese di MindGeek Holding, la società proprietaria di Pornhub, il sito pornografico più cliccato al mondo. Il motivo? Nella piattaforma a luci rosse è stata aperta una sezione dedicata alle opere d’arte pornografiche (così sono definite dalla multinazionale del porno) custodite nei più grandi musei internazionali, tra i quali gli Uffizi. In un video promozionale Pornhub ha anche scelto la testimonial della Venere del Botticelli, una delle opere prescelte. È la pornodiva Ilona Staller, in arte Cicciolina, che con una attillata tutina balla su una conchiglia interpretando appunto la sublime dea. Ma non c’è solo la Venere ad essere stata trasfigurata. Sono più di una decina, e il numero è in continua crescita, i capolavori menzionati con tanto di video allegorico e commenti a doppio senso parlati e scritti.

La lista continua

Sempre del Botticelli appare la Primavera e cliccando ancora ecco la Venere di Urbino di Tiziano e Il Bacco di Caravaggio. Sono state scelte anche opere d’arte meno conosciute, quali Amore e Psiche del pittore barocco Giuseppe Maria Crespi e la Fortuna del manierista Jacopo Ligozzi, un piccolo dipinto allegorico della fortuna, ovviamente nuda e per questo, nell’interpretazione degli ideatori della trovata, porno. Già, perché come scrivono gli ideatori dell’iniziativa, bisogna assolutamente smettere di pensare che i musei siano luoghi tristi e barbosi, perché sono pieni di erotismo o meglio di pornografia.

Il «no comment» del direttore

Il direttore degli Uffizi, il tedesco Eike Schmidt, non ha voluto commentare l’accaduto. Fonti confidenziali degli Uffizi fanno sapere che Schmidt non vuole che la sua parola, e metaforicamente quella del museo fiorentino che dirige, possa essere accostata a siti pornografici. Però, come leggi e regolamenti ordinano, ha subito ravvisato una pesantissima violazione del copyright e ha informato il ministero dei Beni Culturali e l’avvocatura dello Stato perché valutino la situazione. E, anche grazie alle loro decisioni, è stata preparata la diffida al sito a luci rosse. Che intanto sta pubblicando altre opere, come Il bagno turco di Jean-Auguste-Dominique Ingres, La Maja desnuda di Francisco Goya e L’origine del mondo di Gustave Courbet. E si prepara a reinterpretare altri capolavori custoditi al Museo d’Orsay, al Louvre di Parigi, al Metropolitan Museum di New York, al Prado di Madrid e alla National Gallery di Londra.

19 luglio 2021 (modifica il 19 luglio 2021 | 21:57)