L'alluvione in Germania si poteva prevenire?

di Irene Soave

È la domanda che in molti, in Germania, si stanno facendo: alcune «allerte meteo», molto preoccupate, erano state diramate già martedì, ma precipitazioni simili non si vedevano da «centinaia di anni», e la frammentazione nel sistema tedesco «non ha aiutato»

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Al terzo giorno di emergenza la domanda è la stessa di molti altri disastri: il disastro dell’alluvione in Germania (e in Olanda e Belgio) si poteva prevedere?

Il maxi-nubifragio che si è verificato — con piogge da 150 litri per metro quadro al giorno, per giorni — non ha precedenti negli ultimi 500, ma forse mille anni, secondo quanto dichiarato venerdì da un meteorologo tedesco.

Senza precedenti, però, non significa imprevedibile; eppure interi paesi e cittadine sono stati inondati in pochi minuti, con danni a cui non erano preparati. La questione non è solo di principio: secondo la testata svizzera Neue Zürcher Zeitung, solo il 46% delle proprietà distrutte può essere in qualche modo risarcito dalle assicurazioni contro calamità naturali: e poter dimostrare di avere ricevuto — e osservato — allarmi proporzionati alla portata del disastro potrebbe fare la differenza in eventuali contenziosi.

Soprattutto, molte delle vittime — oltre 150, oltre a centinaia di dispersi — si trovavano in strada senza sapere che fare, o barricate in case a rischio che nessuna autorità aveva evacuato. Come è stato possibile?

(Sulla tragedia in Germania, Belgio e Olanda: qui il racconto dell’inviata Elena Tebano, una cronaca del corrispondente Paolo Valentino e un suo commento; qui una mappa del disastro)

I primi avvertimenti sul «Codice porpora»

Le pagine web e social del Deutsche Wetterdienst, l’agenzia statale che si occupa delle previsioni del tempo, erano già piene dall’inizio della settimana di avvertimenti sul «codice porpora», il livello massimo di allarme, che il Dwd aveva assegnato alle regioni dell’Eifel e della Mosella.

Gli allarmi erano stati trasmessi anche alle autorità locali.

E martedì sera il meteorologo della tv di Stato Felix Dietsch aveva già caricato su YouTube un video in cui stimava la portata delle piogge — 70 litri al metro quadro in poche ore — e le aree di maggior rischio.

Il sistema europeo di allerta: ha funzionato?

In Europa è in vigore un sistema di allarme per il rischio idrogeologico implementato dopo le alluvioni del 2002, che travolsero Dresda e Praga.

Si chiama Efas — European Flood Awareness System — e serve, recita il sito, a «supportare la prevenzione di grandi eventi alluvionali e la preparazione dei territori, soprattutto nei bacini dei grandi fiumi transnazionali». Come il Reno, che scorre nelle zone più colpite dal disastro di queste ore.

Cosa è andato storto, dunque? Gli uffici dell’Efas hanno regolarmente avvertito le autorità nazionali in Germania, Olanda e Belgio. Un problema, ha reso noto la ministra per l’ambiente della Renania-Palatinato Ursula Heinen-Esser, è che l’Efas monitora soprattutto, come da programma, i grandi fiumi transnazionali. Questa volta, però, a esondare sono stati soprattutto i loro affluenti locali, come l’Ahr e l’Eifel.

In Germania, inoltre, ha spiegato alla Bbc una funzionaria dell’Efas, non ha aiutato «l’estrema frammentazione delle autorità nazionali, federali e locali di diversi livelli», che hanno recepito l’allarme in modi differenti e dato risposte non coordinate.

I primi avvertimenti

Ad esempio nel circondario della città metropolitana di Wuppertal, nel Nord Reno-Vestfalia, già mercoledì 13 luglio, la sera, suonavano le sirene dell’allarme inondazione: c’era la coscienza che la situazione sarebbe degenerata in fretta.

Poco dopo, il fiume Wupper ha esondato e ha allagato il centro città. Che si è trovato meno impreparato di altri comuni, dove l’allerta è stata recepita diversamente.

Sui social e sui media locali e internazionali alcuni cittadini protestano: «Lo abbiamo saputo troppo tardi», ha detto al New York Times un cittadino di Müsch, vicino a Treviri. «Dalle autorità non abbiamo ricevuto allerte, dell’acqua che saliva mi ha avvertito un vicino venerdì». In poche ore Müsch era coperta d’acqua e fango.

Il leader della Cdu Armin Laschet, in visita a Hagen, città tra le più colpite, si è affrettato a dire che «sono state diramate allerte quando ancora c’era il sole», ma che nessuno avrebbe potuto prevedere un disastro così.

Contro il suo discorso, i commenti social più feroci: «Sono vent’anni», scrive uno dei più pacati, su Twitter, «che la natura ci avverte che andrà in questo modo. In che grotta vivete?»

17 luglio 2021 (modifica il 17 luglio 2021 | 15:17)