AOSTA. Dal ritrovamento del «guerriero celtico» e del cerchio di pietre nell’area dell’ex piazza Caduti nei lager nazisti, sono passati quasi sette anni. Era la fine del 2017, e a metà 2021 l'area è ancora in attesa di una decisione definitiva sul suo destino. Per completare l’ampliamento dell’ospedale Umberto Parini verso Est, la politica promette tempi rapidissimi. Ma per ristrutturare le attuali ali dell’ex Mauriziano, fase successiva all’ampliamento, serviranno tra gli 8 e i 12 anni. Si inizierà a lavorare al termine della costruzione della nuova ala, che dovrebbe ospitare Pronto soccorso, Terapia intensiva, sale operatorie e ospedale degli acuti. Con un cantiere invasivo per rumore, polvere, inquinamento. Lo sostiene il comitato Vallée Santé, che martedì ha organizzato il suo primo incontro pubblico in presenza dopo le restrizioni per combattere il Covid-19. Lo ha fatto nel salone della parrocchia di Santo Stefano, ad Aosta, invitando gli abitanti della zona dell'ospedale e dei quartieri limitrofi. Hanno riposto appena in una decina. «Ma non ci scoraggiamo, è un primo passo, faremo altri incontri» dice Enzo Blessent, ex dipendente dell'ufficio tecnico dell’Usl e presidente del comitato. Blessent ha illustrato il progetto di ampliamento, che «perde» due piani interrati di magazzini e di locali tecnici per fare posto all’area museale che dovrà valorizzare i ritrovamenti archeologici, e che stravolgerà l'intera area. «L'ipotesi di un Pronto soccorso con l’accesso diretto da via Roma, strada con traffico internazionale e a poche decine di metri da una rotonda, è folle» ha sostenuto. L'edificio, di sei piani fuori terra, porterà con sé «la chiusura al traffico di viale Ginevra, riservato ai mezzi interni all'ospedale» ha aggiunto. Candido Henry, geometra libero professionista con anni di esperienza nella realizzazione di ospedali in Piemonte e di strutture per le Olimpiadi di Torino 2006, è il referente tecnico del comitato. Dopo la «fase 1» dello scavo archeologico e la «fase 2» con il collegamento sotto viale Ginevra, si avvierà la cosiddetta «fase 3» con la costruzione della nuova ala a Est del viale. «Per le fasi 4 e 5, che prevedono la riorganizzazione e la ristrutturazione degli attuali reparti, servirà un cantiere con accesso da corso Saint-Martin-de-Corléans, a cui dovranno accedere non semplici camion, ma bilici». Per questo, occorrerà tagliare gli alberi lungo la strada, rimuovere «almeno otto metri del muro di cinta» e «assistere a un cantiere con un cronoprogramma tra gli 8 e i 12 anni, con polvere, inquinamento acustico e gas di scarico a pochi metri dai degenti». Dopo i primi lavori sull'ex piazza Caduti nei lager nazisti, il processo sarà irreversibile. Per questo, Vallée Santé torna a chiedere un confronto tra l'ipotesi di ampliamento e l'alternativa di costruire un nuovo ospedale fuori città, per programmare la «sanità del 2030» in Valle. Sono state raccolte un migliaio di firme per una petizione.