Si è dimesso il ministro dell'Ambiente brasiliano, Ricardo Salles, che è sotto inchiesta per il disboscamento dell'Amazzonia. «Ho incontrato molta ostilità in questi due anni e mezzo», ha detto Salles. Dall'inizio del suo mandato il tasso di deforestazione dell'Amazzonia è salito a livelli record, e negli ultimi tempi sono state avviate diverse inchieste su irregolarità ed abusi. Nelle scorse settimana la Corte Suprema del Brasile ha avviato un'inchiesta sulle denunce dell'ex capo della polizia federale dell'Amazzonia che accusa Salles di aver tentato di bloccare un'inchiesta sul commercio illegale di legname. 

Salles è al centro anche di un'altra inchiesta della polizia federale riguardo alle accuse di aver indebolito le ispezioni da parte dell'agenzia governativa ambientale sulle esportazioni di legname. E al momento dello scoppio della pandemia di Covid, è stata pubblicata una registrazione di conversazione tra Salles e il presidente Bolsonaro durante la quale il ministro suggeriva di sfruttare il fatto che l'attenzione dei media fosse concentrata sul Covid per abrogare protezioni ambientali.

«Caro Ricardo Salles tu sei parte della storia, il legame tra agricoltura ed ambiente è quasi un matrimonio perfetto» ha dichiarato Bolsonaro, che lo ha ringraziato rivendicando ancora la controversa politica del suo governo di sfruttamento economico delle risorse agricole, minerarie ed energetiche dell'Amazzonia e nominando ministro Joaquim Alvaro Pereira Leite, che dal settembre 2020 è alla guida del segretariato per l'Amazzonia del ministero.

Greenpeace ha definito «necessarie» le dimissioni di Salles, ma ha aggiunto che non crede che queste porteranno un cambiamento nella politica del governo di estrema destra di Bolsonaro che continuerà a degradare l'ambiente e a non rispettare i diritti delle popolazioni indigene dell'Amazzonia.

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