Le forzature dello «sceriffo» De Luca: mascherine fino a luglio, isole covid free, il vaccino Sputnik

di Cesare Zapperi

Il presidente della Campania si muove in autonomia, disattendendo le disposizioni governative e varando provvedimenti ad hoc che scatenano polemiche

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Vincenzo De Luca il nomignolo di «sceriffo», per quella sua particolare predisposizione alle esibizioni muscolari (in forma verbale) e all’autodeterminazione da depositario esclusivo della legge, cerca sempre di portarlo con orgoglio e coerenza. Il presidente della Regione Campania si sente investito di un ruolo di supremo garante dei suoi cittadini (per qualcuno trattati come sudditi) e non ha certo paura di sfidare le autorità nazionali con i suoi provvedimenti. L’ultimo della serie lo sta pensando in queste ore. A De Luca non piace che il governo abbia disposto la fine dell’obbligo di portare le mascherine all’aperto a partire dal 28 giugno. «Troppo presto» sostiene nei panni dell’amministratore coscienzioso. E allora si sta apprestando a firmare un’ordinanza per imporre di indossare la protezione anche nel mese di luglio. Scatenando vivaci polemiche, a partire da gli strali del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, suo acerrimo nemico da sempre.

Il vaccino AstraZeneca

Ma il governatore campano ama mettersi di traverso, soprattutto rispetto alle decisione romane, adottate da governanti cui riserva appellativi al curaro (Speranza e Di Maio i suoi bersagli preferiti). L’ultimo episodio risale a un paio di settimane fa, quando il governo dispose di bloccare la somministrazione della seconda dose con il vaccino AstraZeneca agli under 60. Lì per lì, De Luca si oppose, giudicando una follia lo stop romano e disponendo che si proseguisse come nulla fosse. Salvo fare un passo indietro, assecondando la richiesta governativa, dopo una lettera di spiegazioni che chiariva quel che era già evidente un paio di giorni prima.

Le isole «Covid free»

Ad aprile, il presidente campano si era messo contro il commissario straordinario Figliuolo, che aveva chiesto di attenersi ai criteri generali per la campagna vaccinale, varando il suo piano «Isole Covid free», destinando i vaccini ai residenti-lavoratori nelle località turistiche (da Capri a Ischia) per far ripartire il turismo, attirando quanti più visitatori in estate (periodo di maggiore afflusso) e assicurando uno slancio alla ripresa economica delle zone più colpite dall’emergenza sanitaria . «La nostra è stata una regione tra le più rigorose d’Italia, ma una cosa è il rigore, altro è la stupidità» aveva commentato De Luca. Per questo «dedicheremo la struttura pubblica per curare i fragili e le persone anziane, ma lavoreremo su due piani e lavoreremo anche sui settori economici, perché se decidiamo di andare avanti solo per fasce d’età, quando avremo finito, l’economia italiana sarà morta».

Il vaccino Sputnik

Lo «sceriffo» non conosce barriere e limitazioni, anche nella scelta dei vaccini. Nel marzo scorso, per esempio, ha dato l’ok alla firma del contratto con cui la Regione Campania ha acquistato 3,5 milioni dosi di Sputnik, il vaccino russo che tuttavia ad oggi non è ancora stato autorizzato da Ema e Aifa, le autorità cui tocca valutare se esistano le condizioni per la somministrazione. Il contratto è coperto da segreto assoluto e nonostante ripetute richieste di informazioni avanzate dalle opposizioni regna il riserbo più assoluto. Inutile dire che il governo italiano non ha mai invitato nessuno a procedere con il vaccino Sputnik.

Le ordinanze da coprifuoco

Sempre a marzo, il 25, De Luca mise la sua firma ad un’ordinanza per rendere ancora più restrittive alcune prescrizioni, in particolare relativamente alla chiusura al pubblico di parchi urbani, ville comunali, giardini pubblici, lungomari e piazze. Un provvedimento da «sceriffo», appunto, che però durò non più di una decina di giorni perché sostanzialmente inutile data l’inclusione della Campania nella zona rossa. Ma sulle ordinanze il governatore campano non ha mai lesinato. Anzi, sono state il suo strumento principe, come quando, nell’ottobre scorso, ha disposto il «coprifuoco» della movida. «Bar, gelaterie, pasticcerie ed esercizi similari dovranno essere chiusi, con decorrenza immediata e fino al 20 ottobre, dalle 23 alle 6 del giorno successivo da domenica a giovedì e dalle ore 24 alle ore 6 del giorno successivo, nei giorni di venerdì e sabato». Provvedimenti analoghi ne ha presi diversi nell’anno e mezzo di emergenza pandemia. Sempre partendo dalla convinzione di essere l’unico in grado di cogliere le necessità del momento e di saper adottare le misure più adeguate. Da vero «sceriffo».

24 giugno 2021 (modifica il 24 giugno 2021 | 18:52)