L’anno scorso l’azzeramento di eventi pubblici, fiere e assemblee, cresime, comunioni, battesimi e sposalizi ma anche il rallentamento se non la paralisi della manutenzione di parchi e giardini e degli investimenti in verde pubblico. Il risulatto? Il settore florovivaistico ha perso 1,7 miliardi ed è stato «fra quelli più duramente colpiti dagli effetti economici generati dalla pandemia», spiega Ettore Prandini, presidente di Coldiretti ma «sta dimostrando una grande capacità di resilienza è anche fra quelli che si sta riprendendo più rapidamente con una forte domanda anche dall’estero dove si registra un aumento record del 33% delle esportazioni di piante Made in Italy nel primo trimestre del 2021». Anche i consumi interni sono in ripresa, almeno secondo l’indagine che Ixé ha realizzato per Coldiretti che mette in luce come «con la pandemia quasi 7 italiani su 10 (68%) vanno a caccia di piante nei vivai per abbellire le proprie case e i giardini, per combattere afa e caldo, per difendersi da zanzare e insetti molesti o addirittura per coltivare direttamente frutta e ortaggi da portare in tavola».  Ancora Prandini: «Adesso c’è da tutelare il futuro di un comparto e chiave del Made in Italy agroalimentare che offre circa 200mila posti di lavoro con un valore della produzione italiana di fiori e piante che arriva a 2,7 miliardi di euro».

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