Legge Zan, lite sul no del Vaticano
Draghi: risponderò in Parlamento

di Alessandra Arachi

Il presidente del Consiglio in campo dopo la richiesta della Chiesa di cambiamenti

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Il premier Mario Draghi non cerca perifrasi: «È una domanda importante, domani (oggi per chi legge, ndr) sono in Parlamento tutto il giorno, mi aspetto che me lo chiedano e risponderò in maniera più strutturata di oggi». La domanda è quella sull’intervento del Vaticano in merito al ddl Zan, arriva durante la conferenza stampa convocata insieme alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.

Anche per lei lo stesso quesito: cosa pensa la presidente dell’intervento del Vaticano su una legge sui diritti? «Non faccio commenti su un progetto di legge. In generale mi preme sottolineare che i trattati Ue proteggono la diversità, la dignità, di ogni singolo essere umano. E proteggono la libertà di espressione».

Già, la libertà di espressione: è proprio questo il punto sul quale insiste la nota «informale» che monsignor Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati in Vaticano, ha consegnato il 17 giugno al ministero degli Esteri Luigi Di Maio. Un punto che, secondo le autorità di Oltretevere, violerebbe il Concordato, insieme al fatto che il ddl Zan non esenterebbe le scuole private dall’organizzare attività in occasione della costituenda Giornata nazionale contro l’omotransfobia.

Una nota che — per quanto informale possa essere — ieri ha scatenato il mondo politico. Il primo a commentare è stato Enrico Letta: il segretario del Pd si è detto disposto a sciogliere i nodi, ribadendo però con fermezza che il ddl Zan «è una legge di civiltà che abbiamo fortemente voluto e confermiamo il nostro impegno a farla approvare».

È stato nel pomeriggio, poi, che il segretario del Pd ha sentito al telefono il ministro degli Esteri Di Maio, un colloquio proprio nel merito della nota del Vaticano. Ed è sempre nel pomeriggio che il leader della Lega Matteo Salvini ha chiesto un incontro al segretario dem: «Sul ddl Zan io sono pronto a incontrare Letta, anche domani, per garantire diritti e punire discriminazioni e violenze, senza cedere a ideologie o censure».

Una giornata che ha movimentato il Parlamento, proprio quando in Senato il centrosinistra (M5S, Pd, Iv, Leu e Autonomie) si stava preparando a portare in aula il ddl Zan senza relatore (come aveva fatto per le Unioni civili) per vincere l’ostruzionismo del presidente leghista della commissione Giustizia Andrea Ostellari. Che ieri non ha esitato: «Ho chiesto alla Farnesina la nota del Vaticano».

Una nota apprezzata dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni («siamo contro il ddl Zan perché è una legge liberticida») e anche da Forza Italia. Dice, infatti, il vice presidente azzurro Antonio Tajani: «Siamo contro il ddl Zan perché non allarga gli spazi ma li restringe».

In Forza Italia c’è però più di una voce che dissente dalla linea del partito. La più forte di tutte è quella del deputato Elio Vito. Che ieri si chiedeva: «Perché la nota arriva dalla segretaria di Stato del Vaticano? Il Concordato affida alla Cei il compito di rappresentare la Chiesa presso lo Stato italiano».

Difendono il ddl Zan i componenti del Movimento 5 Stelle del gruppo Pari Opportunità: «La legge contro l’omotransfobia è una questione di dignità e di tutela dei diritti della persona. Una battaglia di civiltà che portiamo avanti da tempo per rispondere alle esigenze di tutti quei cittadini che chiedono di avere pari diritti senza alcuna discriminazione. Il Parlamento procederà mantenendo la propria autonomia per arrivare al più presto a una legge che sia largamente condivisa, nel rispetto di tutte le diverse sensibilità del Paese».

22 giugno 2021 (modifica il 23 giugno 2021 | 09:16)