Stato-Chiesa

Ddl Zan, Fico: «Parlamento sovrano non accetta ingerenze»

Il presidente della Camera prende posizione sulla nota verbale in cui il Vaticano ipotizza una possibile violazione del Concordato da parte della proposta di legge contro l’omotransfobia

di Ca.Mar.

Aggiornato il 23 giugno 2021 ore 9.15

Il Vaticano: il ddl Zan viola il concordato

3' di lettura

“Il Parlamento è sovrano, i parlamentari decidono in modo indipendente quello che vogliono votare. Il Ddl Zan è già passato alla Camera e adesso è in Senato, noi come Parlamento non accettiamo ingerenze. Il Parlamento è sovrano e tale rimane sempre”. Lo ha detto il presidente della Camera, Roberto Fico, intervenuto ad Agorà su Raitre all’indomani della secca presa di posizione della Santa Sede contro il Ddl Zan contro l'omotransfobia. Il Vaticano è infatti entrato direttamente in campo contro la proposta di legge AS 2500 in sette articoli - che attualizza le norme contro i reati di razzismo estendendo le pene anche a chi istiga alla violenza omofobica.

Ruini: giusto difendere libertà di espressione della Chiesa

Di segno opposto la presa di posizione del Cardinale Camillo Ruini, ex presidente della Conferenza episcopale italiana, che in un’intervista a Repubblica difende la nota del Vaticano, «segno dell'importanza che la Santa Sede attribuisce alla questione». L’intervento di Papa Francesco, secondo Ruini, non può essere visto come un’ingerenza perché “difendere i propri diritti, in particolare la libertà della Chiesa, è un dovere e non un'ingerenza”. La Chiesa, conclude, è “pienamente d'accordo che nessuna persona deve subire discriminazioni, deve essere invece rispettata e, dal punto di vista cristiano, amata. L'opposizione a quel ddl non riguarda questo ma, come ho già detto, il rischio di comprimere la libertà di espressione, nel rispetto di tutti”.

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Iniziativa senza precedenti

L'iniziativa - senza precedenti, e di cui ha dato notizia per primo il Corriere della Sera - è partita direttamente della Segreteria di Stato, quindi l'organo di governo più vicino al Papa. La Santa Sede ha consegnato al Governo italiano una nota informale in cui sostiene che la legge, se approvata con l'attuale impianto, andrebbe a violare direttamente il Concordato tra Italia e Santa Sede, la cui modifica è del 1984. Il fatto clamoroso è che si sia mosso direttamente il governo centrale della Chiesa universale, mentre su questi temi si esprime pubblicamente in genere la Conferenza Episcopale, che infatti più volte si era espressa contro.

La nota consegnata dal “ministro degli esteri” Gallagher

Secondo il Corriere della Sera a comunicare la nota all'ambasciata italiana presso la Santa Sede lo scorso 17 giugno - Palazzo Borromeo - sarebbe stato l'arcivescovo Paul Gallagher, Segretario per i rapporti con gli Stati, il “ministro degli esteri” di Papa Francesco. Nella “nota verbale”, si sostiene che «alcuni contenuti attuali della proposta legislativa in esame presso il Senato riducono la libertà garantita alla Chiesa Cattolica dall'articolo 2, commi 1 e 3 dell'accordo di revisione del Concordato». Commi che assicurano «libertà di organizzazione, di pubblico esercizio di culto, di esercizio del magistero e del ministero episcopale» (comma 1). Mentre garantiscono «ai cattolici e alle loro associazioni e organizzazioni la piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione» (comma 2).

Il “nodo” delle scuole private

Inoltre per il Vaticano il Ddl Zan violerebbe la libertà di organizzazione perché non esenta le scuole private dall'organizzare attività in occasione della Giornata nazionale contro l'omofobia, che viene istituita con la legge. E, più in generale, minerebbe la libertà di pensiero dei cattolici. La nota - ha precisato il Corriere della Sera - è stata consegnata al gabinetto del ministro degli Esteri Luigi Di Maio lo scorso 17 giugno. Ma, secondo il quotidiano, non è stata ancora portata all'attenzione del presidente del Consiglio Mario Draghi e del Parlamento. Le regole prevedono che di fronte a una presunta violazione del Concordato e a un problema che riguarda la sua corretta applicazione si attivi la “commissione paritetica” competente per un’”amichevole soluzione”.

Von der Leyen: Ue tutela diversità e libertà di parola

Sulla vicenda il 22 giugno è intervenuta anche la presidente della Commissione europea, a Roma per l'approvazione del Recvoery Plan italiano. «Lei - detto alla domanda di un giornalista - sta parlando di un progetto di legge e non facciamo commenti. In generale mi preme sottolineare che i trattati Ue proteggono la diversità, la dignità, di ogni singolo essere umano. E proteggono la libertà di espressione».


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