Poche vocazioni, la necessità di una vita comunitaria, sempre meno fedeli. Oggi gli ultimi sei gesuiti di Cuneo lasciano la città, chiudendo una storia lunga secoli. L’ultima messa sarà stamane alle 11, nella cappella di via Statuto dedicata alla Madonna Immacolata, con il vescovo Piero Delbosco e padre Roberto Del Riccio arrivato da Roma: è il superiore gesuita della Provincia dell’Europa meridionale. È la fine ufficiale della presenza «materiale» in città dell’ordine fondato mezzo millennio fa da Ignazio di Loyola. Chiuderà definitivamente lo storico Collegio di San Tomaso - i «tomasini» per generazioni i cuneesi - che nei suoi locali ha visto trascorrere il noviziato del futuro arcivescovo di Milano, cardinal Carlo Maria Martini e che conservava intatta la stanza di padre Pierino Ghi, morto nel 2011, da cui parlava nelle celebri dirette per Radio Maria: i suoi «incontri spirituali» fin dal ‘94 erano al palasport di San Rocco perché radunavano migliaia di fedeli. Negli ultimi giorni gli anziani confratelli - il più giovane è padre Mauro Pasquale, 74 anni, origini droneresi - hanno riposto negli scatoloni libri, effetti personali, una miriade di ricordi. Saranno aggregati alle comunità ancora numerose della Compagnia di Gesù: Torino, Napoli, Genova, Gallarate. Da mesi ricevono ringraziamenti, manifestazioni di affetto: sono stati educatori e formatori, guide spirituali e confessori, amici e consiglieri. Il Collegio, su treni piani dove su porte e pareti compare il motto «hic in procella salus» (la salvezza nella tempesta è qui) chiuderà definitivamente e verrà venduto. Resta l’eredità spirituale. Padre Gigi Manino, 84 anni, torinese che a Cuneo ha vissuto per quasi tren’anni: «La nostra vocazione è l’incontro, la formazione dei giovani, la spiritualità. Finisce una storia gloriosa, c’è la malinconia con tanti che ci salutano con affetto. Qualcuno ha protestato. Ma non si poteva fare altrimenti». Restano alla città il centro giovanile di via Bersezio, ora gestito da un gruppo di laici (con gli spazi per il dialogo interreligioso, doposcuola, scuola di arabo per le seconde generazioni, corsi biblici, associazione per le famiglie, sostegno ai carcerati, ambulatorio sociale), i servizi per i più deboli (mensa e centro per senza fissa dimora gestiti da Caritas in via d’Azeglio), la casa a San Giacomo di Entracque acquistata negli Anni 50, che continuerà a ospitare campi scuola per giovani famiglie e parrocchie, oltre alle settimane bibliche ad agosto. E pure il centro al santuario di Sant’Antonio a Boves, con gli incontri ispirati alla spiritualità gesuitica. I primi gesuiti arrivarono a Cuneo nel 1607, cappellani dell’antico ospedale. L’ordine venne bandito nel 1773 e l’antico Collegio accanto alla chiesa di Santa Maria divenne fin da allora il municipio. Ma i gesuiti tornarono a fine ’800, nel collegio San Tomaso, che nel Dopoguerra fu sede del noviziato, mettendo insieme chi voleva intraprendere il cammino vocazionale e centinaia di studenti esterni. Padre Cesare Giraudo, 79 anni, cita Sant’Ignazio per nascondere la commozione: «Nostrae vocationis est diversa loca peregrare, andare pellegrinando in vari luoghi fa parte della nostra vocazione. Sono nato Roccavione, ho studiato qui da quando avevo 11 anni, poi sono stato 10 anni in Madagascar, per 20 anni a Napoli a insegnare». Anche padre Carlo Lanza, 89 anni, spiega che «essere con il piede sempre alzato» fa parte di chi appartiene alla Compagnia di Gesù: «Negli ultimi giorni prevale l’amarezza, ma anche la speranza. I gesuiti sono già tornati una volta a Cuneo, 133 anni fa. Chissà che non succeda di nuovo».