DAL CORRISPONDENTE DA CATANIA. Improvvisa quanto violenta, seppure di breve durata, impennata dell’attività eruttiva dell’Etna. A partire dalle 20,40 dal gruppo del cratere di Sud Est si è notata, accompagnata da un repentino aumento dell’ampiezza del tremore (l’attività microsismica che denuncia la risalita di magma nei condotti) una intensa attività stromboliana; nel giro di poco le esplosioni si sono poi trasformate in alte fontane di lava che si sono levate nella notte e si sono notate da mezza Sicilia. Contemporaneamente, è ripresa anche l’emissione di cenere vulcanica: una densa nube nera di polvere e lapilli che il vento ha trasportato verso Sud e Sud Est, in una zona ricompresa tra Acireale e Catania. Fitta e intensa la ricaduta di cenere vulcanica sui paesi pedemontani, meno sulle città sul mare, a cominciare da Catania dove però la pista dell’aeroporto Fontanarossa è rimasta “contaminata” dalla cenere ed è stato necessario chiudere lo scalo e dirottare gli ultimi voli della giornata, in attesa di ripulirla.

Forti boati sono stati avvertiti in tutta la vasta area etnea. Secondo l’Osservatorio etneo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) di Catania, si è verificato anche un trabocco lavico che, sempre dal cratere di Sud Est, alimenta una colata lavica che si dirige verso Sud Ovest e che è ben alimentata. La colata si trova ad un’altitudine tale da on destare alcuna preoccupazione per i centri abitati le cui popolazioni, invece, cominciano ad essere esasperate dalle continue “piogge” di cenere che vanno avanti con fasi alterne e tempi più o meno lunghi dallo scorso febbraio. Quello di stasera, infatti, è l’ennesimo parossismo dell’Etna che ne conta alcune decine dallo scorso inverno ad ora.

Tuttavia, come è cominciata, l’eruzione si è conclusa nel giro di poco più di un’ora. Ma nessuno si fa illusioni perché questa lunga fase dell’attività dell’Etna, che va avanti da molti mesi, non mostra segnali che possano far pensare ad una conclusione. I vulcanologi la ritengono comunque normale per il vulcano più alto d’Europa, patrimonio Unesco.

Oggi si è fatto sentire anche lo Stromboli. Nel tardo pomeriggio, dal vulcano-isola nell’arcipelago delle Eolie si è notato un trabocco lavico che ha cominciato a dirigersi verso la Sciara del fuoco ma che poco dopo si è arrestato ed è in via di raffreddamento.

I commenti dei lettori