Precipita in aereo, muore Egidio Gavazzi: l'editore che amava l'ambiente

di Paolo Virtuani

Fondatore di Airone e tra i pionieri di Greenpeace Italia, aveva la passione per il volo. L'incidente durante una virata per evitare alcuni condomini

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Le grandi passioni di Egidio Gavazzi erano quattro: la fotografia naturalistica, l’editoria, il volo aereo e l’ambiente. Non necessariamente in quest’ordine. È morto ieri a 84 anni mentre era ai comandi del suo aereo da turismo, un Beechcraft Bonanza, precipitato all’aeroporto di Padova dove ad attenderlo c’era la nipote. Si è schiantato contro un pino al limite esterno della pista, forse aveva tentato una manovra estrema per evitare un condominio. Il velivolo ha preso subito fuoco e i soccorsi sono stati inutili. L’aereo è stato posto sotto sequestro e l’Agenzia nazionale per la sicurezza dei voli aprirà un’inchiesta per accertare le cause dell’incidente.

«Esprimo cordoglio e vicinanza ai cari della persona che purtroppo è mancata e vicinanza anche ai residenti del quartiere che hanno vissuto momenti di grande paura», ha detto il sindaco di Padova, Sergio Giordani. «Poteva essere un disastro se fossero state coinvolte abitazioni o se il velivolo fosse piombato nella strada che è molto trafficata». Un testimone ha raccontato di aver visto l’aereo di Gavazzi planare in un piazzale che una volta era occupato da un distributore di benzina e virare per evitare di schiantarsi contro il palazzo.

Gavazzi, discendente da una grande famiglia industriale lombarda, era nato a Erba, in provincia di Como, ma era da tempo residente a Milano. Aveva fondato riviste che hanno fatto la storia dell’ambientalismo italiano, tra cui Airone(ora di Cairo Editore), Aqua, Silvae Alisei. Pubblicazioni che coniugavano rigore scientifico con la divulgazione al grande pubblico, senza mai dimenticare il valore dell’immagine fotografica che Gavazzi voleva sempre di alto livello, proprio per il suo amore per la fotografia naturalistica. Aveva infatti dato vita anche alla Società italiana caccia fotografica, e aveva contribuito alla fondazione di Greenpeace Italia.

Era anche appassionato di aerei, che aveva continuato a pilotare in tarda età. Sul tema aveva scritto anche un libro, Desiderio di volo. Un volume che è più di un’autobiografia e testimonia un amore sconfinato per gli aerei: «Coloro che da bambini provano desiderio di volare scelgono un uccello nel quale immaginarsi. Io scelsi il nibbio. Predatore, individualista e vagabondo», aveva scritto, ricordando anche la figura del padre, ufficiale pilota della Regia aeronautica. Egidio Gavazzi prese il brevetto di volo a vela a 17 anni nel 1954, quattro anni dopo quello per aerei, nel 1959 per elicottero. «Il volo è la metafora della vita. E come per la vita un viaggio ha da essere lungo e avventuroso». L’aereo che sentiva più vicino alla sua concezione del volo era il russo Yak 52, un velivolo che gli esperti definivano “brutto e bizzarro”. «Non si entra in uno Yak, lo si indossa e il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce».

Infine le lotte ambientaliste in prima persona: «La sezione di Greenpeace è nata in casa mia. Abbiamo lottato e ottenuto successi», ricordava.

20 giugno 2021 (modifica il 20 giugno 2021 | 07:14)