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Partite Iva, rivoluzione nei versamenti: non più saldo e acconto ma rate mensili

di Fausta Chiesa

Partite Iva, rivoluzione nei versamenti: non più saldo e acconto ma rate mensili

Partite Iva, sta per cambiare la modalità di versare le imposte: la novità è stata annunciata dalla vice ministra dell’Economia Laura Castelli. In futuro, e la tempistica è breve, sarà eliminato il sistema di saldo e acconto due volte l’anno e al suo posto arriveranno pagamenti a rate mese per mese. Sul cambiamento, proposto dalla Lega, c’è la convergenza anche di Iv e M5S (che ne chiede un’implementazione opzionale). La novità sugli acconti potrebbe entrare in vigore anche prima dell’attesa riforma fiscale.

La cash flow tax

L’idea non è nuova. Già un anno fa, quando al Tesoro sedeva Roberto Gualtieri, il titolare di via XX Settembre aveva detto in Parlamento che era allo studio una riscrittura sostanziale del calendario dei versamenti, nella logica di superare il meccanismo degli acconti e dei saldi per andare verso un sistema basato sulla certezza di tempi e adempimenti e una diluizione nel corso dell’anno degli importi da versare, calcolato in base a quanto effettivamente incassato da parte delle partite Iva». Anche la sua, sempre Laura Castelli, aveva spiegato che con l’Agenzia delle Entrate era in corso da qualche mese un approfondimento per «superare l’attuale sistema ormai obsoleto». Il nuovo sistema, definito «Cash Flow Tax», comporterebbe di dover fare non più due ma dodici calcoli all’anno.

L’uscita dalla flat tax

Ma potrebbe non essere l’unica novità in arrivo per gli autonomi in regime forfettario. Una delle ipotesi allo studio di Parlamento e governo è infatti anche quella di «un’uscita graduale» dalla flat tax al 15% per le partite Iva con fatturato oltre i 65.000 euro, in modo da permetterne la crescita senza eccessive penalizzazioni. «Gli autonomi che sono in regime forfettario - ha sottolineato Castelli, esponente dei 5S - sono costretti da una soglia dalla quale una volta usciti pagano una percentuale troppo forte. Bisogna pensare a un’uscita graduale perché altrimenti rimani costretto in quella soglia che non ti permette di essere più grande». L’idea è allo studio delle Commissioni Finanze. Una delle ipotesi è quella di innalzare il tetto della platea a 100.000 euro di ricavi con un forfait del 20% e potrebbe approdare nel ddl di riforma fiscale che il governo metterà a punto entro luglio.

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