Weekend del gusto: in Roero in bicicletta, tra castelli e cantine

È stato appena inaugurato dalla Enoteca Regionale del Roero un tour di 40 chilometri che attraversa vigne e borghi, fermandosi a tavole imbandite e in cantina. Tutto quello che c'è da sapere e il meglio del territorio in un weekend di bellezza
Weekend del gusto in Roero in bicicletta tra castelli e cantine

Dopo aver visitato il Roero in bicicletta, di paese in castello, di cantina in tavola imbandita (con - invariabilmente - grandi piatti di carne cruda, insalata russa, tajarin, affettati, etc etc), nessuno potrebbe avere dubbi: il modo migliore per scoprire queste zone è in bicicletta. Elettrica, aggiungeremmo, per reggere bene chilometri e cibo.

Perché è bello in bici? Perché servono il pedalare lento, il guardare, le tappe di luogo in luogo, per entrare davvero nel territorio. È lo stesso motivo che fa sì che le Eolie diano il meglio di sé in barca a vela, la visione di insieme, il mare che completa l'isola. Qui non cambia: la campagna diventa il mare da attraversare per arrivare ai borghi ed è lei a raccontare l'intima natura di questi luoghi. Campi arati, grano, vigne, gli alberi di pesche che sembrano disegni orientali, i noccioleti che qui sono schiere verdi e possenti. Pedalando ci si appropria del volto più rurale e contadino di questa terra, che è il suo spessore e la sua storia, ci si muove di «isola» in«isola», ovvero di borgo in borgo, potenzialmente attraverso tutti i 22 comuni del Roero, piccoli paesi sulle colline più alte, a dominare terre e viti.

L'idea del percorso in bici è nata all'Enoteca Regionale del Roero, nel paese di Canale, un luogo meraviglioso che raccoglie 70 etichette delle Doc locali - Roero e Arneis tra i primi - e che accoglie nella stessa sede la cucina dello chef Davide Palluda, in due visioni: l'alta cucina del ristorante al primo piano - una stella Michelin - e il menù del territorio dell'osteria con un bel dehor nel cortile. Non che il menù del ristorante non comprenda i sapori e le suggestioni del territorio, anzi. Palluda, nato a a Canale (andava all'asilo proprio in quella che ora la sede del suo ristorante), non può certo dimenticare le origini: «È finito un decennio estetico - dice raccontando la cucina di oggi - ed è iniziato il periodo dell'etica, che significa anche dare attenzione al patrimonio del passato, legarsi al territorio. La cultura del posto in cui sei nato è importante, c'è la tua conoscenza, il mondo che hai sotto gli occhi. Poi ci aggiungi il guizzo,  l'estro, ti sollevi da terra e da quella base crei cose meravigliose». «Il prodotto è materia da trasformare e domare, che è un esercizio bellissimo», mi dice mentre ci prepariamo al nostro tour ciclistico. Leggo il menù, mi prenoto mentalmente per un «Riso, ginepro e lepre» e anche un «Daino, uva, whisky torbato e cacao fermentato» - lo chef mi ha appena raccontato del suo interesse per la selvaggina - e saliamo in bicicletta.

IN VIAGGIOIl tour in bici studiato dall'enoteca è un giro ad anello di 41 chilometri, tutti** **su e giù, su piccole strade asfaltate e (brevi) pezzi di sterrato, per entrare davvero tra le vigne. Per chi è allenato non è impegnativo, per chi non va in bici più o meno da quando ha imparato è fattibilissimo con la bici elettrica. Potenzialmente si potrebbe fare anche tutto in una mattinata, ma la cosa bella sono le tappe, alcune imperdibili.  Da Canale si prende presto una strada che sale sulle prime colline e regala i primi scorci sul panorama. Il Roero, diviso dalle Langhe dal fiume Tanaro, è entrato a far parte con quest'ultimo e il Monferrato del Patrimonio Unesco dell'Umanità nel 2014. Il suo spirito si guadagna a poco a poco, chilometro dopo chilometro. È un'Italia antica, rurale, normale, rassicurante e dolce, tra piccole frazioni dove la vita sembra scorrere leggera.

A GOVONELa prima tappa è una sorpresa: tra stradine piccole e tortuose, passando per un bar di paese dove la domenica a mezzogiorno stanno tutti bevendo l'aperitivo, si sale fino al Castello Reale di Govone** **bellissimo, elegantissimo in mattoni rossi e marmi bianchi, con la facciata barocca pensata dall'architetto Guarino Guarini nel Seicento e lo scalone d'onore protetto da quattro talamoni  che vengono dalla reggia di Venaria Reale. Nell'Ottocento era la residenza estiva di Carlo Felice di Savoia che qui ospitava feste e ricevimenti.

W LE DONNE (SINDACO/CHE/CHESSE)Da qui procediamo verso la seconda tappa, saliamo al paese di Magliano Alfieri, dove la famiglia del poeta aveva il suo castello, entriamo dentro un bosco di abeti, arriviamo al centro del piccolo parco e troviamo ad aspettarci il sindaco. Giacomina Pellerino, donna combattiva, ci racconta di questo territorio che fonda la sua ricchezza sulla bontà delle sue albicocche, sullo zafferano di alta qualità, sul miele, e sulla voglia e impegno nel fare le cose bene, scegliendo coltivazioni biologiche e difendendo il territorio. Solo questo basta per amare questo piccolo paese radunato in una piccola striscia di case, con un belvedere che si innalza come una torretta a veder colline e Monviso, con un'osteria, tre cantine dove fare degustazioni (ottimo il Roero de Le More Bianche) e anche un piccolo e accogliente b&b di un solo appartamento, Casa Favole.

In ogni viaggio, anche in un tour di un giorno, si lascia il cuore da qualche parte e io l'ho lasciato qui.

MANGIARE, BERE E ANCORA MANGIAREIl giro prosegue con noi molto meno scattanti per i chilometri fatti e il vino bevuto a Magliano Alfieri, ma abbiamo ancora tre tappe: la prima all'agriturismo Costacatterina dove il proprietario ci fa assaggiare il suo Roero, accompagnandolo con carne cruda, insalata russa e affettati. Poi proseguiamo verso il paese di Guarene, e puntiamo subito al Castello che oggi è diventato un elegante **Hotel Relais Chateaux Castello **a 5 stelle lusso, dove proviamo un dessert meraviglioso al cioccolato nel giardino all'italiana. Ultimo passaggio a Vezza d'Alba, con una lunga salita che porta a questo piccolo paese che sembra scavato nella montagna e alla sua piazza panoramica, dove ci accoglie il sindaco con un'altra piccola merenda, di cui ormai solo i più coraggiosi di noi riescono ad approfittare. Tornati all'enoteca ci rinfreschiamo con il cocktail futurista «La giostra dell'alcol», a base di barbera, e ci prepariamo alla cena. Cosa avevamo detto con Palluda, selvaggina?

PER ANDARCIIl percorso raccontato qui si trova sulla app e sul sito di BikeSquared, e da loro è possibile affittare le bici. Per dormire a Canale, Villa Cornarea è una tenuta vinicola con poche camere immerse in un giardino, mentre l'Agriturismo Malabaila ha nove appartamenti, un ottimo ristorante e un circolo ippico. L'hotel Castello di Guarene, dove ci siamo fermati per la merenda durante il percorso offre un'accoglienza impeccabile. Per cena, inutile dire che bisogna prenotare da Davide Palluda, al ristorante stellato o all'osteria secondo il genere di serata che si vuole. Per comprare vino, all'Enoteca Regionale del Roero si trova tutto, comprese professionalità e disponibilità. Qualche osteria di cui abbiamo sentito parlare (ma che non abbiamo provato): Osteria delle Aie a Castellinalto, Divin Roero a Vezza, Osteria Imperfetta a Govone.