Il dopo Covid

Green pass, dal 1° luglio valido in tutta l’Ue. Come funziona

Con la firma del Dpcm si realizzano le condizioni per l’operatività del Regolamento Ue sul “Green Pass”, che a partire dal prossimo 1° luglio garantirà la piena interoperabilità delle certificazioni digitali di tutti i Paesi dell’Unione.

di Marzio Bartoloni e Barbara Fiammeri

Verso l'Italia bianca, in settimana Cdm sul green pass

3' di lettura

Via libera di Mario Draghi al green pass, il documento che consentirà agli italiani di muoversi liberamente in Italia e in Europa. Il presidente del Consiglio ha firmato il decreto che definisce le modalità di rilascio delle Certificazioni verdi digitali COVID-19 che faciliteranno la partecipazione ad eventi pubblici, l’accesso alle strutture sanitarie assistenziali (RSA) e gli spostamenti sul territorio nazionale. Con la firma del Dpcm - informa una nota - si realizzano le condizioni per l’operatività del Regolamento Ue sul “Green Pass”, che a partire dal prossimo 1° luglio garantirà la piena interoperabilità delle certificazioni digitali di tutti i Paesi dell’Unione.

Chi ha diritto al green pass

Il pass licenziato da Draghi è stato attivato già da 15 Paesi dell’Unione. L’Italia adesso si unisce a questo gruppo in anticipo rispetto al 1° luglio, quando entrerà in vigore in tutti e 27 i Paesi della Ue. Il Gateway, la piattaforma informatica Ue che rende possibile il Pass e che fornisce le chiavi digitali che consentono la validità transfrontaliera, è infatti operativo da inizio mese e finora ne sono stati emessi oltre un milione. Se ottenere il Pass sarà un diritto, il suo utilizzo potrà però variare in qualche misura da Stato a Stato: per alcuni (come l’Italia) basterà una sola dose di vaccino per altri due, altri Paesi potrebbero richiedere il tampone molecolare altri invece anche il test rapido antigenico. Ha comunque diritto al «green pass» chi è stato vaccinato; chi è risultato negativo a un test per il Covid e chi è guarito dall'infezione e a seguito di tampone negativo è uscito dall'isolamento.

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Il via libera del Garante privacy

A sbloccare definitivamente il decreto, un Dpcm, che disciplina il green pass formato italiano ma valido anche in Europa è stato il via libera definitivo di ieri del Garante della privacy che ha previsto per l’App «Io» alcuni accorgimenti in più a tutela degli utenti che diventeranno efficaci con il rilascio di una nuova versione della App. E così i cittadini potranno scaricare direttamente il loro «digital green certificate» anche da «Io» oltre che dalla app Immuni, dal Fascicolo sanitario elettronico (Fse) o dal «Sito web dedicato, sia attraverso accesso con identità digitale sia - si legge nel decreto - con autenticazione a più fattori».

Si fa riferimento al sito dgc.gov.it operativo a partire da oggi; tutte le certificazioni associate alle vaccinazioni effettuate fino al 17 giugno saranno rese disponibili entro il 28 giugno. La piattaforma informatica nazionale dedicata al rilascio delle Certificazioni sarà progressivamente allineata con le nuove vaccinazioni. Per tutte le informazioni è possibile contattare il Numero Verde della App Immuni 800.91.24.91, attivo tutti i giorni dalle ore 8.00 alle ore 20.00. I cittadini già dai prossimi giorni potranno ricevere notifiche via email o sms. La Certificazione sarà disponibile per la visualizzazione e la stampa su pc, tablet o smartphone. Chi avrà difficoltà - le procedure potrebbero non essere affatto semplici per i cittadini soprattutto quelli a digiuno di strumenti informatici - potrà chiederlo a medici e farmacisti o gli altri «operatori autorizzati» che lo scaricherranno attraverso il sistema «Tessera sanitaria».

Per verificare i green pass, sarà disponibile una apposita app che leggerà il «Qr code» sul telefono o nella versione cartacea stampata. Nella versione definitiva del Dpcm sparisce l’elenco dei soggetti verificatori e si prevede una definizione più generica. Per cui alla verifica dei pass saranno «deputati i soggetti che erogano i servizi per fruire dei quali è prescritto il possesso di certificazione verde Covid-19 e gli organizzatori di eventi e attività per partecipare ai quali è prescritto il possesso della medesima certificazione, nonché i pubblici ufficiali nell'esercizio delle relative funzioni». Le informazioni su vaccinazioni effettuate, guarigioni da Covid ed esiti dei tamponi che servono per ottenere il green pass saranno alimentate dalle Regioni, dall’anagrafe vaccinale, dalle strutture sanitarie, dai medici e dai laboratori pubblici e privati oltre che dalle farmacie (per i test) attraverso la tessera sanitaria. Informazioni che alimenteranno la piattaforma delle certificazioni verdi e che saranno «conservate in linea fino alla loro validità e successivamente trasferite in un apposito archivio digitale. Il tempo di conservazione delle certificazioni verdi Covid-19 nel predetto archivio è di 5 anni».

L’autocertificazione per i matrimoni

Nel frattempo alcune Regioni hanno proposto anche l’inserimento di un’autocertificazione per la partecipazione a eventi, cerimonie e feste. Di questo si discuterà il 17 giugno in Stato Regioni ma il ministro per le Autonomie, Mariastella Gelmini chiarisce in vista dell’incontro con i governatori: «Servirà comunque il documento di un vaccino o un tampone effettuato, perché l’autocertificazione fatta in casa non può andar bene».

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