Patrick Zaki e gli auguri all’Italia dal carcere per la partita con la Svizzera

di Marta Serafini

Il messaggio dello studente in cella nel giorno del suo 30esimo compleanno. Amnesty: la chiave della sua prigione è nelle mani del governo italiano

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«Forza Italia, oggi in euro». Un messaggio scritto di suo pugno in arabo e in italiano per ringraziare chi in Italia lo sostiene, nel giorno del suo 30esimo compleanno e a poche ore dalla partita Italia-Svizzera di questa sera, firmato da Patrick Zaki.

Intanto da Amnesty arriva un ulteriore appello mentre Patrick mentre sta per raggiungere i 500 giorni di detenzione preventiva, senza che gli vengano formalmente contestate le accuse. «Le prigioni non si aprono per magia ma perché qualcuno ha la chiave. La chiave della cella di Patrick è nelle mani dei giudici egiziani ma è anche nelle mani del governo italiano. Se qualcuno oggi al governo vuole fare gli auguri a Patrick ci aggiunga anche un impegno concreto per la sua liberazione perché siamo arrivati a quasi 500 giorni di un incubo di una persona che è innocente e vive in una prigione lurida», ha dichiarato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.

«Vogliamo giustizia e libertà» «ormai Patrick non è più solo un nostro studente ma è un giovane uomo, amico, fratello e figlio che fa parte della nostra comunità». Da Bologna, dove numerose sono state le iniziative a sostegno dello studente, arriva anche l’appello di Rita Monticelli, coordinatrice del master Gemma, dell’Università di Bologna, che Patrick frequentava prima di essere arrestato il 7 febbraio 2020. Il tutto mentre la senatrice bolognese Michela Montevecchi, capogruppo M5S in commissione Diritti Umani e prima firmataria della mozione per la richiesta di attivazione della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti confluita nell’Ordine del giorno approvato dal Senato il 14 aprile scorso ha annunciato di aver depositato due interrogazioni, rispettivamente al ministro degli Esteri Luigi di Maio e al presidente del Consiglio Mario Draghi, «per chiedere quali azioni si intenda intraprendere e quali valutazioni siano state fatte al fine di utilizzare gli strumenti contenuti nella Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti del 10 dicembre 1984».

16 giugno 2021 (modifica il 16 giugno 2021 | 20:11)