“O vinciamo tutti o perdiamo tutti”: è questo il forte messaggio di Gucci all’industria della moda

In occasione della pubblicazione del primo Gucci Equilibrium Impact report, abbiamo intervistato Marco Bizzarri, CEO e Presidente della maison, sugli obiettivi di sostenibilità del brand
immagine Gus Van Sant  Courtesy of Gucci
Gus Van Sant / Courtesy of Gucci
Gucci Equilibrium Impact report: l'intervista di Marco Bizzarri

Dall’operazione di hackeraggio di Balenciaga per la collezione del centenario del brand al lancio di una nuova linea homeware: qualunque cosa faccia Gucci, il mondo si mette sull’attenti e presta attenzione. E ora che la maison italiana è stata ufficialmente dichiarata il brand di lusso più amato dai consumatori della Gen Z – che rappresentano, tra l’altro, la fascia demografica maggiormente interessata al sistema di valori di un’azienda – Gucci non ha alcuna intenzione di prendere alla leggera il proprio status di mega brand.

“I brand moda dovrebbero dare il buon esempio”, dichiara a Vogue il CEO e Presidente di Gucci, Marco Bizzarri, in video chiamata a proposito dell’impegno aziendale di ridurre il proprio impatto sull’ambiente. “Abbiamo deciso di utilizzare le nostre piattaforme e la nostra voce per via della brand awareness di cui gode Gucci a livello mondiale. Come ogni altra azienda o settore internazionale, il punto è comprendere che non si tratta nemmeno di una scelta. Dobbiamo semplicemente farlo”.

Ridurre l’impatto ambientale

La maison sta chiaramente facendo importanti passi avanti nella direzione giusta dal momento che il primo Gucci Equilibrium Impact report ha rivelato che l’azienda ha già raggiunto il target fissato per il 2025 – che prevedeva di ridurre la propria impronta ambientale del 40% rispetto al 2015 – con quattro anni di anticipo, registrando una riduzione pari al 44% in relazione alla crescita. Anche le emissioni di gas serra del brand, che includono quelle relative alla sua filiera, sono diminuite del 47% in relazione alla crescita, il che non si discosta molto dall’obiettivo di una diminuzione del 50% entro il 2025.

Ora la domanda che ci poniamo è la seguente: a fronte di questi risultati, Gucci stabilirà target più ambiziosi? “Non si vince nessun premio per aver raggiunto l’obiettivo in anticipo”, risponde Bizzarri, il quale aggiunge che Gucci ha ridotto la propria impronta anche in termini assoluti e indipendentemente dalla crescita. “Lavoriamo continuamente per modificare i nostri processi produttivi, utilizzando nuovi materiali, energia rinnovabile e tecnologie innovative. Credo sia importante continuare in questa direzione e stabilire target sempre più ambiziosi andando avanti”.

In realtà, val la pena ricordare che Gucci è carbon neutral per tutte le attività e quelle della filiera sin dal 2018, grazie ad una strategia che prevede di compensare qualsiasi emissione che non è in grado di ridurre o evitare e, nel 2019, in occasione della Carbon Neutral Challenge, Bizzarri aveva incoraggiato tutte le aziende a fare altrettanto rivolgendosi ai rispettivi CEO chiedendo loro azioni più tempestive per fronteggiare il problema delle emissioni di gas serra. “Non credo molto nei target per il 2050 in quanto è qualcosa che non sono in grado di controllare e non voglio lasciare l’onere al mio successore”, spiega Bizzarri, che attualmente di anni ne ha 58. “Nel 2050, avrò 90 anni. L’azienda deve fare ciò che può fare ora”.

Le altre eco-iniziative

Anche la circolarità è una pratica di grande interesse per Gucci, come dimostrano la recente partnership con il sito di resale di lusso The RealReal e il lancio della collezione Off The Grid del 2020, una proposta unisex interamente realizzata con materiali green, riciclati e a base biologica. “Lavorare a questo progetto è stato molto interessante in quanto direi che la mia professione è, prima di tutto, sperimentazione”, dichiarò all’epoca a Vogue il direttore creativo di Gucci, Alessandro Michele. “Il progetto è diventato il simbolo di una nuova era”.

Investire nel ripristinare l’ecosistema e tutelare la biodiversità è altrettanto essenziale per la salvaguardia del nostro pianeta ed è per questo motivo che, a gennaio, Gucci ha lanciato il Natural Climate Solutions Portfolio per preservare le foreste in aree critiche, ricostituire e proteggere le mangrovie e aumentare i progetti di agricoltura rigenerativa. “Oltre al fatto che investire nella biodiversità e nella natura è qualcosa di buono in sé per sé per la nostra azienda, si lega in maniera forte a ciò che facciamo”, spiega Bizzarri. “Dopotutto, ci affidiamo a ciò che ci arriva dalla Natura”.

Nonostante i risultati raggiunti sino ad oggi dal brand, la speranza più grande per Bizzarri è che il settore moda, nel suo complesso, intensifichi le proprie eco-iniziative. “Non c’è un vincitore”, conclude il CEO. “O vinciamo tutti o perdiamo tutti: è importante che ce lo ricordiamo bene”.