«Extraliscio - Punk da Balera», il film al cinema: «La contaminazione che salva»

In sala la pellicola firmata da Elisabetta Sgarbi che racconta l’eclettico gruppo formato dal polistrumentista Mirco Mariani, la star del liscio Moreno Il Biondo e la celebre voce di «Romagna Mia» Mauro Ferrara: «Dal primo incontro all’esibizione a Sanremo, la nostra musica rompe le regole per restarci dentro»
«Extraliscio  Punk da Balera» il film al cinema «La contaminazione che salva»

«Mentre lo riguardavo, ho capito che questo è un film naturalistico su una specie in via di estinzione: il liscio, come il pangolino della Tanzania. Che si sta perdendo, che non viene più considerato perché si pensa non serva a niente, e invece salta fuori e sopravvive». Le parole dello scrittore Ermanno Cavazzoni sono la fotografia lucida e corrispondente di «Extraliscio - Punk da Balera», la pellicola firmata da Elisabetta Sgarbi sull’eclettico gruppo romagnolo e distribuita in 120 sale italiane da Nexo Digital tra il 14 e il 16 giugno. «Io faccio la parte dell’indigeno», aggiunge Cavazzoni, che veste i panni del narratore. «Racconto questo animaletto in pericolo, che forse - anche grazie a questo film - non si estinguerà mai».

In effetti il progetto Extraliscio ha in sé qualcosa di salvifico: un’esperienza musicale umana e sociale che affonda le radici in una terra ben precisa, la Romagna, e porta avanti la tradizione di una musica folcloristica attraverso un mix con altri generi. Un interccio che non snatura, bensì arricchisce: c’è il frontman Mirco Mariani, sperimentatore polistrumentista, accanto a due star del liscio, Moreno Il Biondo e Mauro Ferrara: «Con loro ho trovato un mondo che è anche un universo culturale», afferma Elisabetta Sgarbi presentando il film, che ospita artisti come Biagio Antonacci, Elio, Orietta Berti, Jovanotti, Vasco Brondi, Lodo Guenzi e Francesco Bianconi. «Un universo che per me è diventato pure un modo di pensare».

«Il liscio è una radice, sapevo che la priorità era far entrare altre musiche nella nostra», rivela Moreno, che ha incontrato per la prima volta Mirco nel 2014 grazie all’intermediazione di Riccarda Casadei, figlia di Secondo Casadei. «Quel giorno ho capito subito che lui mi rispettava, così io ho accettato le sue trasgressioni». «Pensare che, anni fa, per me il liscio era tipo una parolaccia», aggiunge Mirco. «Quando ho detto ai miei amici che volevo portarlo tra i giovani, pensavano mi fossi innamorato di Baby Moira (un cantante famosissima nelle balere, ndr)». «Io ho cominciato a fare questa musica nel ’69 e già dicevano che stava scomparendo», conclude Mauro. «E invece sono ben 52 anni che canto e voglio andare avanti».

Un «cortocircuito» tra mondi e generazioni, insomma, che pochi mesi fa ha persino raggiunto Sanremo: «Gli Extraliscio hanno partecipato ad un’edizione storica», sono le parole di Amadeus, presente alla proiezione del film. «Sarebbe stato bello vedere la platea dell’Ariston ballare Rosamunda nella serata delle cover, sono certo che si sarebbero alzati tutti in piedi». Perché «il vertice del liscio è l’abbraccio», spiega Mauro, «la socialità e il conoscersi». E il Covid, purtroppo, è stata come una ghigliottina: «In mesi così difficili per il mondo dello spettacolo in generale, quindi anche per le balere, abbiamo portato questa musica al Festival», aggiunge Moreno. «Il popolo del liscio ci ha votato, si è affezionato a noi».

«Pensare che Mauro, fino a cinque minuti prima di mettere piede sul palco dell’Ariston, non ci credeva», ricorda Mirco. «E Moreno era solito suonare 350 giorni all’anno e prendere le ferie per andare a vedere Sanremo con la moglie». Hanno coronato un sogno, con le loro idee, il loro mondo, la loro appartenenza: «Per noi la musica è anche l’errore, tutti questi computer ci hanno un po’ stufato. Noi rompiamo le regole, per restarci dentro: perché il liscio è contaminazione, dove nessuno assomiglia all’altro. Ma tutti insieme siamo una forza».

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