Sonia Sandei, che già abita nel futuro

Prima donna a concorrere alla presidenza della sezione genovese di Confindustria, Sonia Sandei è la responsabile dei progetti di elettrificazione di Enel Italia e si sta occupando di un'importante transizione che ci porta dritti verso il futuro, «più intelligente e sostenibile»
Sonia Sandei che già abita nel futuro

È come se lei abitasse già nel futuro: è da anni che parla di modelli innovativi, di fonti rinnovabili, di transizione energetica, di tutte quelle cose a cui, un domani, ciascuno di noi sarà chiamato ad arrivare.

Sonia Sandei, prima donna a concorrere alla presidenza della sezione genovese di Confindustria, è la responsabile dei progetti di elettrificazione di Enel Italia: detto in altri termini, si occupa di quei tanti programmi intenti a decarbonizzare e a ridurre le emissioni di Co2: «E lo si può fare, per esempio, cambiando il trasporto. Non solo quello privato, che ora, con la diffusione di auto ibride ed elettriche, sta facendo passi avanti: penso soprattutto a quello pubblico, che impatta fortemente sulla qualità della vita dei cittadini. Ci vorrebbe una sostituzione della flotta dei bus: i nostri, in Italia, sono vecchi, la loro età media è sui 12 anni, mentre nel resto d'Europa non superano i sette. Avere dei bus elettrificati comporterebbe minor inquinamento atmosferico e acustico. Per non parlare di tutti i comfort annessi: l'elettrificazione va di pari passo con l'Internet of things, con quegli oggetti - e dunque anche i mezzi di trasporto - sempre più intelligenti. A bordo ci potrebbe essere il wi-fi, prese per ricaricare i cellulari e sistemi per monitorare l'affluenza in modo così da calibrare meglio il servizio».

Ma oltre al trasporto, l'elettrificazione dove entrerebbe?«Sicuramente negli edifici. A Genova, la città in cui vivo, abbiamo inaugurato due progetti su due building di 22 piani ciascuno: abbiamo tra le altre cose sostituito impianti a gasolio con impianti elettrici. E questo, oltre ad avere ridotto l'inquinamento, ha consentito di risparmiare il 40 per cento delle spese, non poco».

Lei è molto legata a Genova: sappiamo che nel 2018 è stata nominata dal Sindaco di Genova, Marco Bucci, «Ambasciatrice di Genova nel Mondo». Come se la cava la sua città in fatto di elettrificazione?«Genova è stata la prima città in cui abbiamo installato circa 200 punti di ricarica elettrica e, come dicevo prima, abbiamo portato avanti due progetti di edifici efficientati. Adesso ci sarebbe il passo più importante, elettrificare il porto: se installassimo su tutti i tetti dei capannoni portuali dei pannelli fotovoltaici, se potessimo elettrificare le banchine si eviterebbe l'80% delle emissioni. Come evidenzia uno studio che abbiamo condotto con Legambiente sui Porti verdi, una nave che staziona in porto per dieci ore produce la stessa quantità di Co2 di 25 automobili di media cilindrata in un anno».

Nel nostro piccolo, noi cittadini, quali comportamenti virtuosi potremmo mettere in campo per contribuire a questa rivoluzione?«Per esempio, potrebbe essere importante sostituire il fornello a gas con la piastra a induzione: i grandi chef garantiscono anche una migliore performance dal punto di vista culinario. Talvolta è solo una questione di abitudine. Un altro aiuto potrebbe essere quello di eliminare la caldaia a gasolio e di usare una pompa di calore, che fa caldo in inverno e rinfresca d'estate. Siamo in periodo di ecobonus, possiamo cogliere l'occasione».

Ma è semplice passare da un sistema all'altro?«Lo sarebbe molto più di quello che purtroppo la burocrazia permette. La transizione ecologica va di pari passo con la transizione burocratica. Talvolta anche fruire di un incentivo diventa cosa ardua: ci vorrebbero iter autorizzativi meno complessi e il passaggio all'elettrico sarebbe più snello e veloce».

Questa elettricità non sfrutta comunque energie, fonti e territorio?«No, noi lavoriamo molto sulle fonti rinnovabili. E comunque la sfida è appunto quella, recuperando energia pulita, dall’acqua, dal sole e dal vento: se noi sui tetti mettessimo dei pannelli solari quanta energia in più avremmo senza danneggiare il nostro Pianeta? Le città nordiche da questo punto di vista sono esemplari: guardiamo a Göteborg o a Copenaghen...».

Come vedrebbe lei la città del futuro?«Sicuramente con tutto il trasporto pubblico elettrico. Come è possibile che i vaporetti a Venezia vadano ancora a gasolio? Le città comprano spot un autobus elettrico come fosse un progresso: ma il progresso è una visione più ampia, più globale, che abbini ai mezzi pubblici elettrici tutto un sistema, con depositi elettrificati, banchine elettrificate. Questo sarebbe il futuro e sarebbe un ossigeno anche per le spese: sappiamo che per il nostro Paese Sanità e Trasporto pubblico sono le due spese principali. Vorrebbe dire anche per i cittadini pagare meno tasse. A Milano ci sono i tram, a Genova, che è una città verticale, ci sono i trasporti a fune. Ecco, bisogna andare in quella direzione».

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