Il festival Passepartout si conclude oggi con un’appendice che celebra due anniversari: i duecento anni dalla morte di Napoleone e, in serata, i cinque secoli dalla pubblicazione della «Opera Jocunda», raccolta di testi del commediografo Giovan Giorgio Alione vissuto ad Asti tra fine ‘400 e inizio ‘500 (i posti sono esauriti).

Nel pomeriggio l’appuntamento è a Palazzo Mazzola sede dell’Archivio storico comunale (via Massaja, zona Cattedrale). Dalle 17 si potrà visitare una piccola mostra di cimeli napoleonici. Alle 18, nel cortile si terrà l’incontro « Da un inviato di guerra sul fronte di Marengo». Parleranno Domenico Quirico, inviato de La Stampa, con il giornalista Vanni Cornero e l’assessore alla cultura Gianfranco Imerito.

Proprio l’assessore Imerito, medico con la passione per la storia e i rally, è l’ideatore di questa iniziativa: la mostra presenta alcuni documenti napoleonici conservati nell’Archivio storico, come editti sul Palio di Asti del 1801-2, e un editto napoleonico del 1811 del dipartimento di Marengo che concedeva benefici alla città, mai esposto finora. Accanto a queste testimonianze del passaggio di Napoleone nell’Astigiano, Imerito esporrà alcune miniature in porcellana di soldati dell’esercito napoleonico e una dell’imperatore in esilio a Sant’Elena e ne illustrerà le caratteristiche ai visitatori.

«Sono un grande appassionato di storia – racconta Imerito – e soprattutto di Napoleone come condottiero. Certo, va sempre considerato il punto di vista, a causa sua sono morte migliaia di persone. Ma è stato anche un grande innovatore. Non sono un guerrafondaio, ma mi affascinano le scelte strategiche».

Conoscendo questa sua passione, un paziente ha regalato a Imerito due statuine. «Da lì si è accesa la passione che mi ha fatto frequentare mercatini, botteghe e siti web di collezionisti. Così ho raccolto 130 statuine di porcellana da fine ‘800 sino al 1960. In mostra ne espongo una trentina, legate alla battaglia di Marengo, che ritraggono vari gradi dell’esercito napoleonico, di produzione francese e tedesca».  E aggiunge: «Negli anni sono diventato abbastanza esperto. Perché questo è un settore che in passato ha avuto molta fortuna, essendo uno dei principali souvenir, come oggi le calamite da frigo, ma che ha comportato anche contraffazioni o riproduzioni con altri marchi».

«Paradossalmente - racconta Imerito - Napoleone era più ammirato dai nemici che dagli amici. Si dovrà aspettare Napoleone III per trovare nuovo interesse in Francia.  Invece tra le prime e principali produzioni vi sono quelle delle manifatture Scheibe-Alsbach in Turingia, che esistono tuttora. Le ultime statuette napoleoniche furono prodotte negli anni ’60 con stampigliato “Made in DDR”. In Francia invece si affermarono le Bourdois & Bloch, che però chiusero nel 1926. Ci furono anche le Capodimonte, produzione fondata da Gioacchino Murat, cognato di Napoleone».

Imerito esporrà anche un disegno a carboncino trovato all’Isola d’Elba a soggetto napoleonico. «Lo scovai in un negozietto a Porto Ferraio. Pensavo fossero cose per i turisti, di poco conto, ma poi ho scoperto che l’autore era Silvano “Nano” Campeggi, autore dei manifesti dei film più importanti del dopoguerra, da Casablanca a Ben Hur, e che nel 2008 aveva curato una mostra su Napoleone».

«Credo di essere uno dei collezionisti più forniti d’Italia – conclude Imerito – e sono contento di mettere la mia passione a disposizione della città e degli appassionati».

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