Omosessuale, bisessuale, eterosessuale, pansessuale: sono parole che ormai sono entrate a far parte del nostro vocabolario (per tutto il resto c'è il nostro Dizionario dell'Inclusion). Sappiamo cosa indicano: le persone verso le quali siamo attratte e quindi il nostro orientamento di attrazione o sessuale. Che dire invece della parola "allosessuale"? Forse non l'avete mai sentita ma ha anch'essa a che fare con l'attrazione sessuale. "Nello spettro della sessualità, l'allosessuale è l'identità delle persone che provano attrazione sessuale", spiega a Cosmopolitan US Julián Cancino, direttore del Centro per il genere e la sessualità della Brandeis University. Dunque in parole semplici: provate o avete provato attrazione sessuale verso qualcuno? Potreste definirvi "allosessuali". Il discorso però va ben oltre ed è il caso di approfondire.

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Il termine "allosessuale" ha avuto origine dalla comunità asessuale: "Hanno coniato il termine 'allosessuale' per richiamare l'attenzione sul potere e il privilegio delle dinamiche di attrazione", spiega Cancino. Nella nostra società, infatti, il provare attrazione sessuale e romantica viene dato per scontato (viviamo in un mondo "allonormato"): dunque identificarsi come allosessuali è un privilegio poiché si tende a presumere che provare attrazione sessuale sia "la norma". Chi non è allosessuale potrebbe identificarsi nello spettro asessuale composto da quelle soggettività che non provano attrazione sessuale o la provano solo in specifiche circostanze. All'interno dello spettro troviamo le persone asessuali (identificate anche con il termine ACE, un'abbreviazione fonetica di "asessuale" come l'asso nelle carte in Inglese) che non provano attrazione sessuale verso alcun genere.

Attenzione, questo non significa che non provino desiderio sessuale! La libido o la voglia di ottenere piacere sessuale (desiderio sessuale) non implica necessariamente la voglia di fare sesso con una persona specifica (attrazione sessuale, appunto) e può portare alla masturbazione senza bisogno di interazioni con altre persone. Inoltre, come spiega su Bossy.it Fox, divulgatrice che cura la pagina @aroacefox, il nostro comportamento sessuale è legato a tanti fattori tra cui anche l'attrazione e il desiderio, ma non solo. Anche chi è allosessuale a volte fa sesso per diversi motivi: per avere figli o per ricercare intimità fisica con il proprio partner. Non è necessariamente vero quindi che le persone asessuali non fanno sesso o non hanno relazioni sessuali perché non provano attrazione: possono essere "sex repulsed" e quindi provare repulsione verso l’idea di avere rapport sessuali, "sex neutral" e dunque non provare repulsione ma nemmeno interesse, ma anche "sex favourable" e dunque provare interesse nei confronti del sesso.

All'interno dello spettro asessuale troviamo poi anche altri "modi" di percepire (o non percepire) l'attrazione sessuale. "Le persone demisessuali provano attrazione sessuale solo dopo aver formato uno stretto legame emotivo", spiega Cancino mentre si definisce "graysexual", "gray-a" o appartenente all’area grigia chi prova attrazione sessuale solo raramente in specifiche circostanze. Tutte e tre queste soggettività (ma all'interno dello spettro ne esistono altre, non sono categorie fisse) sono rappresentate dalla bandiera dell'asessualità: il nero indica le persone asessuali, il grigio quelle demisessuali e gray-a, il bianco le persone “alleate” della comunità e il viola la comunità asessuale nel suo complesso, quindi tutto lo spettro. Il 6 aprile si celebra l'International Asexuality Day ma asessualità si parla ancora molto (troppo) poco e spesso male con imprecisioni e stereotipi. Il semplice fatto che chi è allosessuale normalmente non utilizzi questo termine per identificarsi fa capire quanto ancora diamo per scontato il fatto che ogni persona provi attrazione sessuale verso qualcuno. Forse quindi potremmo partire da qui: come sempre dal dare un nome alle cose per capirle meglio.