A 24 ore dalla decisione di non vaccinare più gli under 60 con il vaccino a vettore virale Astrazeneca dopo almeno tre casi di trombosi di giovani donne potenzialmente indotte dal composto e la morte della 18enne Camilla Canepa su cui indaga la procura di Genova, abbiamo chiesto all’ematologo Pier Mannuccio Mannucci, professore emerito di Medicina interna all’Università degli Studi di Milano e membro della commissione Aifa (Agenzia italiana del farmaco) per la valutazione del rischio trombosi associato alla vaccinazione anti Covid, cosa ne pensa di questo caso e perché è importante continuare la campagna vaccinale. Dalle indagini è emerso che la giovane aveva una malattia autoimmune e che quattro giorni dopo aveva iniziato una terapia ormonale. Ma malattia e ormoni secondo l’esperto non c’entrano nulla.

Camilla Canepa aveva una malattia autoimmune e quattro giorni dopo aveva iniziato una terapia ormonale. Qual è la sua opinione in merito?
Comincio dall’ultimo punto perché non c’è alcun dubbio. Non doveva essere vaccinata, non in assoluto ma con il vaccino Astrazeneca perché il rischio sappiamo che c’è. È un rischio piccolissimo ma per una persona così giovane e con un basso rischio di infettarsi e/o avere gravi forme di Covid non c’era motivo: tenuto conto che ci sono i vaccini a Rna messaggero, ottime alternative. Non commento il perché sia stata vaccinata, ma non doveva. Per quanto riguarda il resto non sono fattori di rischio aggiuntivi, non erano motivi per non fare il vaccino. Quello che non si capisce ancora è se la piastrinopenia l’avesse avuta o ce l’avesse ancora. Quindi vorrei sapere qual era la sua conta piastrinica. La piastrinopenia è una malattia che fa meno paura della VITT (Trombocitopenia trombotica immunitaria indotta da vaccino) ma ha un meccanismo diverso e non c’è un rapporto con il resto. Discorso diverso se avesse avuto ancora una piastrinopenia, ci avrei pensato dieci volte prima di procedere con il vaccino. Per quanto riguarda gli ormoni non sono un fattore di rischio né per la piastrinopenia autoimmune né per la VITT e quindi non erano un motivo per non usare il vaccino Astrazeneca. Il motivo era l’età: i 18 anni e il sesso.

Ma secondo lei professore se Camilla fosse stata vaccinata con Pfizer o Moderna sarebbe ancora viva?
Non ho la sfera di cristallo, né sono Dio ma possiamo dire che non sarebbe stata esposta inutilmente a un rischio che sarà anche minimo ma che è attualmente evitabile perché con questi vaccini a Rna non si è verificato niente di questo genere, almeno per il momento. Tutto è possibile, ma mettendo insieme tutti i paesi che hanno usato i vaccini a Rna si arriva quasi a 300 milioni di vaccinati tra Stati Uniti, Gran Bretagna, Israele. Il grado di sicurezza non è mai stato messo in discussione. Naturalmente queste manifestazioni trombotiche, anche incidentalmente, ci possono essere ma non con queste caratteristiche (trombi e piastrine basse, ndr) e non è superiore a quella che è la frequenza attesa. Perché ricordiamo che la trombosi è comunque frequente, ogni anno 500mila persone sono colpite da trombosi venosa o arteriosa.

Gli Open day sono stati di grande successo e sono state 900mila le persone che hanno ricevuto la prima dose. Cosa ci dobbiamo aspettare nei prossimi giorni? Altri casi gravi?
Io spero proprio di no. Superati al massimo i 20 giorni, per quello che sappiamo, possono essere considerati fuori pericolo. Per quello che sappiamo insisto, è qualcosa di nuovo per tutti noi. I casi tardivi sono stati rarissimi, come rari sono stati i casi nei giovani maschi.

Ma per chi ha fatto al vaccino deve essere attento ad assumere farmaci dopo?
Per quello che ne sappiamo i dati solidi riguardano pazienti che hanno fatto la VITT e stavano già prendendo la pillola. Con il senno di poi anche la 18enne poteva iniziare dopo. È stata in osservazione dopo i primi sintomi, hanno fatto una Tac e sicuramente le avranno fatto la conta piastinica, è il minimo.

Ci sono casi di trombosi anche dopo le seconde dosi. In Gran Bretagna ci sono stati 19 casi segnalati su 9 milioni
Adesso sono diventati 24 ma è anche aumentato il denominatore. Questo vuole dire che con la seconda dose il rischio è ancora più basso, piccolissimo, perché diventa 1 ogni 400/450mila però non è assente. Però ormai in Italia è stato deciso che si farà un vaccino diverso.

Ecco. Cosa ne pensa della vaccinazione eterologa?
Nei limiti di quello che si sa finora sono favorevole. So che ci sono dati preliminari consistenti che arrivano da Spagna e Gran Bretagna. Ora non è più off label e quindi mi sentirei tranquillo Aspetto altri dati, ma l’ipotesi è che immunologicamente sia anche meglio.

Tutto questo decreterà la fine dell’utilizzo dei vaccini a vettore virale?
Temo di sì e non solo per questo. Perché può darsi che capiscano qual è questo meccanismo che porta alla formazione del polianone. Il meccanismo preciso che scatena la VITT ancora non si conosce, certamente comprende un processo di autoimmunità, cioè la produzione di autoanticorpi contro il fattore quarto piastrinico e la creazione di un polianione. Il fattore 4 è una sostanza caricata positivamente, cioè un catione, e c’è una sostanza caricata negativamente, un anione, che si lega al fattore 4 piastrinico; dopodiché si producono degli autoanticorpi i quali si legano alle piastrine, le attivano e scatenano l’ipercoagulabilità e, nello stesso tempo, gli autoanticorpi fanno consumare le stesse piastrine, da qui si ha la piastrinopenia. Questo è un processo ben conosciuto, quello che non è ancora ben chiaro è che cosa sia questo polianione che crea questo sconquasso. Io credo che potrebbero essere in grado di aggiustarli questi vaccini a vettore virale. Il motivo per cui si finirà per abbandonarli è un altro ed è il fatto che sempre di più sta emergendo e lo dicono colleghi illustri e più esperti di me che dovrà essere fatto un richiamo e questi composti fanno sviluppare anticorpi contro il virus vettore. La terza o la quarta dose potrebbe essere un problema. La cosa mi preoccupa perché i vettori virali vengono usati anche per altre malattie congenite. La strada dell’Rna è più promettente.

Vacciniamo i giovani e ora i giovanissimi, ma è importante che lo facciano gli over 60. E In Italia ne mancano 3 milioni, a quanto pare, e che a differenza dei 18enni sono molto a rischio di malattia grave
Non ho mai criticato gli Open day, né che vogliano smaltire le dosi di un vaccino che funziona, quello che andava fatto era limitarlo agli over 60. Nessuna critica ai ragazzi che volevano proteggersi e proteggere gli altri, genitori e nonni, o anche andare in vacanza o discoteca. Avrei però incentivato gli altri appunto gli over 60. Bisogna vaccinarsi e lo devono fare anche i giovani con i vaccini a Rna.

Sono appunto iniziate le vaccinazioni della fascia 12-15 anni lei cosa ne pensa anche in virtù del fatto che ora sappiamo che sono meno suscettibili al virus?
Per loro non sarebbe necessario, però è utile per l’immunità di gregge e facilita il fatto che non lo diffondono. Speriamo che non succeda nulla, è comunque da sorvegliare.

Sia i Cdc Usa che il ministero della salute israeliano hanno registrato alcuni casi di miocardite e in Germania sono molto cauti
Sono casi non superiori all’incidenza al momento, le malattie esistono anche indipendentemente dal vaccino. In Israele pare che la frequenza attesa sia leggermente eccedente. Detto questo queste forme ci sono state anche in chi si è ammalato di Covid, come del resto le trombosi cerebrali e viscerali si sono avute anche nei pazienti Covid. Siamo sicuri che non valga lo stesso la pena tenendo conto che i giovani possono infettarsi e ci sono stati i casi della simil Kawasaki? E poi le miocarditi sono forme facilmente risolvibili con il cortisone.

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