il malore del calciatore danese dell’inter
Simon Kjaer, «capitano ed eroe»: tra i primi a soccorrere Eriksen, ha chiesto ai compagni di fargli scudo
Il capitano della Danimarca, e giocatore del Milan, ha capito subito la gravità della situazione e ha evitato il soffocamento
Per moltissimi, sui social, è uno degli eroi di questa storia. Spaventosa, ma a lieto fine. Uno degli eroi: se non, più semplicemente, l'eroe. Simon Kjaer, 32 anni, difensore, milanista. Capitano della Danimarca. Protagonista assoluto nel pomeriggio in cui Christian Eriksen, all'improvviso, crolla a terra, al 43esimo minuto della sfida tra Danimarca e Finlandia, durante la prima giornata del girone B dell'Europeo.
Kjaer è tra i primi a piombare, velocissimo, su Eriksen, non appena caduto a terra. A mantenere il sangue freddo che occorre per rendersi conto dell'urgenza della situazione, della necessità di chiamare immediatamente i soccorsi, mentre il panico si diffonde sulle tribune.
È Kjaer a rimanere accanto a Eriksen mentre i medici iniziano a praticargli i primi soccorsi. A guardarlo, mentre l'istinto è quello di coprirsi gli occhi, di fronte a quelli spalancati del fuoriclasse dell'Inter.
È ancora Kjaer a istruire i suoi compagni, a chiedere loro di fare scudo intorno a Eriksen. A chiedere di proteggerlo, di rispettarlo in quei momenti sospesi tra la vita e la morte.
Ed è ancora lui ad andare dalla moglie di Eriksen, Sabrine Kvist Jensen, quando lei arriva sul campo, sconvolta dalla paura. Ad abbracciarla, a rincuorarla, insieme con il portiere, Kasper Schmeichel.
Kjaer è tornato in campo, quando la partita è ricominciata, dopo aver saputo delle condizioni di Eriksen. Non ha completato la gara, è stato sostituito.
Nessuno sa quali pensieri avesse, quali immagini davanti agli occhi. In molti — tra loro anche Niccolò Barella, «avversario» dell'Inter —, ora, lo ringraziano. Per essere stato il capitano di cui Eriksen, in quei momenti, aveva bisogno.