12 giugno 2021 - 07:07

AstraZeneca, tutte le seconde dosi da fare entro agosto: la corsa alle scorte per rimodulare il piano

Gli errori del ministero di aver agevolato le somministrazioni tra i giovani. Il timore che ora anche quattro milioni di over 60 chiedano di cambiare

di Fiorenza Sarzanini

AstraZeneca, tutte le seconde dosi da fare entro agosto: la corsa alle scorte per rimodulare il piano
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Adesso il ministro della Salute Roberto Speranza dichiara che darà «indicazioni perentorie» per l’utilizzo del vaccino AstraZeneca. Eppure lo scontro che si è consumato negli ultimi tre giorni all’interno del Comitato tecnico scientifico ha riguardato proprio l’assenza di una indicazione chiara fornita sino a ora sull’utilizzo per i giovani. E così le Regioni sono andate in ordine sparso, alcune hanno organizzato «open day» per immunizzare giovani e giovanissimi. E adesso che si pone il problema di garantire a tutti loro la seconda dose con un vaccino diverso - Pfizer o Moderna - bisogna rimodulare l’intera campagna vaccinale. Lo dice chiaro il generale Francesco Paolo Figliuolo che dopo aver chiesto per settimane «il rispetto delle fasce di età» si è arreso di fronte alla volontà politica dei governatori di arrivare fino ai maturandi, mentre bisognava terminare addirittura gli over 80. Su questo il ministero della Salute non ha mai eccepito e adesso il commissario deve rispettare scadenze perentorie sulla base delle nuove indicazioni fornite dagli scienziati.

Le 12 settimane

Il Cts impone che il richiamo per i giovani vaccinati con AstraZeneca venga fatto in una distanza compresa tra le 8 e le 12 settimane dalla prima dose. I calcoli fatti ieri parlano di almeno 900mila persone, tra loro 340mila under 40. Calcolando che gli open day sono cominciati a metà maggio, vuol dire che per metà agosto bisogna avere le scorte sufficienti di Pfizer e Moderna per garantire a queste persone il completamento del ciclo. Ma senza togliere la seconda dose a tutti gli altri che hanno fatto la prima proprio con questi due vaccini e hanno già ricevuto la comunicazione con la data del secondo appuntamento.

Le rinunce

A loro potrebbero aggiungersi gli over 60 vaccinati con AstraZeneca che — spaventati da questi continui cambi di rotta sugli eventi avversi e le controindicazioni — potrebbero chiedere di avere Pfizer o Moderna. In totale le persone di questa fascia sono circa 4 milioni. Quanti di loro proveranno a cambiare? E, soprattutto, che cosa farà il governo? Asseconderà le richieste pur di scongiurare il rischio di una rinuncia? Sarà Speranza a dover decidere, ma questi interrogativi dimostrano l’errore compiuto nell’agevolare la somministrazione di AstraZeneca ai giovani senza avere prima un preciso piano di intervento. Ma anche nella scelta di far trascorrere tre giorni — segnati dal dibattito pubblico sui rischi per i ragazzi e poi dalla morte di Camilla Canepa, la diciottenne ligure entrata in coma proprio dopo aver partecipato a un open day. In realtà quegli eventi servivano a smaltire le dosi avanzate di AstraZeneca nelle regioni che avevano consentito ai cittadini di scegliere il vaccino al momento di prenotarsi e la maggior parte aveva optato per Pfizer e Moderna. E ora — dopo aver annullato in tutta fretta i prossimi eventi — molti governatori dovranno riprogrammare tutto.

«Impatto sul piano»

È Figliuolo a spiegare pubblicamente che le nuove indicazioni «avranno impatto sulla campagna vaccinale». Chiarisce di essere «ottimista e quindi sono sicuro che tra luglio e agosto riusciremo a mitigare l’impatto». Ma in realtà nulla è scontato e adesso bisogna rifare i conti tenendo ben presente che per arrivare all’immunità dell’80% servono almeno 55 milioni di dosi e il piano delle consegne prevede che questa cifra venga raggiunta a fine agosto, a meno che non si sommino anche i 15 milioni di dosi del tedesco Curevac che era stato conteggiato, ma non ha ancora ottenuto il via libera dell’Ema.

Gli obiettivi

Il problema non riguarda soltanto le dosi. Il vero rischio è il disorientamento di fronte a indicazioni sull’uso di AstraZeneca cambiate ben quattro volte da febbraio a oggi, è fin troppo evidente. Intervenendo durante la riunione del Cts, Speranza ha detto che «le scelte devono fondarsi sulle evidenze scientifiche, ma devono poi essere correttamente e attentamente comunicate alla popolazione per non alimentare un sentimento di sfiducia». Esattamente quello che non è stato fatto in questi giorni. Ora si cerca di correre ai ripari per evitare pericolose battute d’arresto anche tenendo presente che la maggior parte d’Italia è in fascia bianca e immunizzare il più alto numero di persone serve ad impedire che il virus ricominci a circolare.

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