Lando Norris: "Senza la McLaren non so dove sarei. Mi ispiro a Valentino..."

L’amico Carlos Sainz l’ha indicato come uno dei favoriti della gara di domenica a Baku, rimarcando le doti velocistiche della McLaren sui rettilinei: "È un razzo". Ma Lando Norris, terzo a Montecarlo, resta cauto: "Le Ferrari sono molto forti, la lotta fra di noi sarà ancora ravvicinata". L’inglese è una delle stelle di questo Mondiale, come dimostra la classifica che lo vede subito alle spalle di Max Verstappen e Lewis Hamilton, e sta conquistando il pubblico (soprattutto quello giovane) con la sua personalità travolgente. Come è cambiato Norris rispetto agli inizi in F.1? "Sto disputando la terza stagione, mi considero ancora ai primi passi, ma ora sono più me stesso. So cosa voglio come pilota e quello che mi serve per essere felice nella vita. Dal punto di vista della guida credo di essere più completo, maturo e consapevole, ma non si finisce mai di imparare. Penso al mio compagno Daniel Ricciardo, che ha già fatto un percorso incredibile nelle corse, eppure continua a migliorare". Ha sempre detto di considerare Valentino Rossi, leggenda della MotoGP, una fonte di ispirazione. In che senso? "Per il suo carisma, al di là dei trionfi enormi che ha ottenuto. Non conosco molte persone a cui non piaccia Vale. È figo, ha scelto il colore giallo come simbolo, lo stesso che ho voluto io. Da bambino mi affascinava questo personaggio con le sue regole, capace di andare oltre le convenzioni e di non essere mai scontato o omologato". Vorrebbe avere lo stesso impatto sui tifosi dei GP? "Lo vorrei, ma in un modo diverso, senza copiare. Per questo ho il mio E-Sport team e cerco di sviluppare le mie idee. Un giorno spero di essere ammirato e rispettato come Vale". Com’è nato il casco di Montecarlo, con gli occhialoni stile Anni 50, una trovata anche quello? "La grafica e i colori nascono sempre dalla fusione delle mie idee e quelle del designer Miles Murphy, con cui collaboro da quando ero piccolo. A Montecarlo abbiamo voluto inventarci qualcosa “vecchia scuola” essendo una gara storica, alla fine è venuto molto meglio di quanto sembrasse dai bozzetti". Perché continua a portare l’anello antistress sulla mano destra? "Mi è rimasta l’abitudine. In realtà ora sono più rilassato e a mio agio nell’ambiente della F.1, anche se mi capita ancora di ripetere le parole durante le interviste tv...". Le piacciono le gare e i piloti del passato? "Ammiro e rispetto tutti i grandi di una volta, come Sir Jackie Stewart, ma non sono un appassionato di fatti e statistiche, anche se è bello guardare qualche vecchio GP. Preferisco vivere nel presente e pensare al futuro". Che cosa rende la F.1 di oggi entusiasmante? "La competizione che c’è fra i team. Centinaia di persone che lavorano allo spasimo dietro le quinte, per battere i concorrenti. È un grande gioco in cui entrano agonismo, strategie e invenzioni tecniche per prevalere. Il mio divertimento, invece, è guidare la macchina, una sensazione bellissima, e cercare di battere gli altri piloti". Ha appena firmato con la McLaren, a quanto si dice, fino al 2024. Lo ha fatto perché crede di potere vincere il Mondiale con loro? "Mi hanno convinto alcuni passi avanti che il team ha fatto negli ultimi due anni e quelli che sono previsti per il futuro. In particolare il fatto di avere una nuova galleria del vento a Woking che ci rende più veloci nello sviluppo, evitando i continui viaggi in Germania (Colonia; n.d.r.) a cui erano costretti gli ingegneri. Nel 2022 cambieranno le regole, le vetture saranno completamente nuove, e il prossimo ciclo partirà da zero e durerà alcune stagioni. Sono convinto che la McLaren possa presentarsi alla sfida in una posizione migliore rispetto a oggi, più vicina a Mercedes e Red Bull che mi aspetto ancora fortissime. È molto motivante come sfida". Quanto ha contato la riconoscenza per Zak Brown, che la scoprì nelle categorie minori e l’ha portata in F.1? "Mi ricordo che ci incontrammo la prima volta agli Autosport Awards, credo fosse il 2016. Non so come sarebbe andata la storia se ci fosse stato un altro al suo posto. Zak è stato un pilota e sa di che cosa abbiamo bisogno noi piloti per esprimerci al massimo. Ci divertiamo e giochiamo a golf insieme. La libertà che ci concede è molto bella". E se arrivasse la Mercedes o un altro team a farle una grande offerta in futuro? "Sono riconoscente alla McLaren, che mi ha permesso di fare il primo test nel 2017 e mi ha fatto arrivare fin qui. Devo tanto a questo team e alle persone che lo compongono. Mi trovo davvero bene con loro. Non sarebbe una decisione facile andare via". Come si sente nei panni di star del web? "La maggior parte dei miei tifosi proviene dalla Formula 1 e solo una parte da Twich (la piattaforma streaming degli appassionati di videogiochi ed E-Sports; n.d.r.). Non sono uno che sta sempre davanti al computer a scaricare qualcosa, a chattare con le persone o a condividere contenuti. A volte, se ho avuto una giornata pesante e sono stanco, preferisco staccare. E allora mi converto in un altro Lando, un ragazzo un po’ chiuso rispetto a quello che siete abituati a vedere alle gare".

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